La Sindone? 'Il selfie che ci ha voluto lasciare Gesù', ma anche 'Il lenzuolo dove Gesù è stato avvolto come in un panino imbottito". Il lenzuolo di lino 442 centimetri per 113 conservato nel Duomo di Torino - che la tradizione cristiana identifica con quello usato per avvolgerne il corpo di Gesù nel sepolcro - visto dai bambini. A raccontare il fascino che la Sindone esercita non solo tra i tanti ricercatori che vi hanno dedicato studi ma anche tra i più piccoli, Emanuela Marinelli, tra i massimi esperti al mondo di Sindone, autrice di diciassette volumi sul tema, intervenuta all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede dove ha tenuto una lezione sulla Sindone, raccontando le travagliate vicissitudini che ha subito il lenzuolo, oggetto di ben trecento articoli scientifici.
La studiosa ha raccontato una curiosità del tutto particolare legata alla Sindone. In Tanzania, Paese prevalentemente musulmano, si venera il Sacro Lino. A Bukoba c'è l'unica scuola al mondo dedicata alla Sindone. Al riguardo, la conferenziera in Italia e all'estero ha raccontato del progetto a cui sta lavorando in Tanzania, a Kwauso, dove è stata costruita dal nulla una scuola, grazie all'aiuto di Observo Onlus (è aperto un conto corrente postale: 001024314757 intestato alla onlus e l'obiettivo per il 2016 è di dotarla di pannelli solari, ndr) per la quale servono ancora aiuti. La scuola è portata avanti da un sacerdote diocesano, padre Stanislaus che ha accolto quattrocento ragazzi.
La studiosa si interessa di Sindone dal 1977 "quando furono scoperti su di essa pollini di piante che crescono in Medio Oriente. Questa scoperta dei pollini mi ha aperto uno scenario nuovo, perché se i pollini sono di piante del Medio Oriente, la Sindone da lì viene!", si è detta l'esperta che a partire da lì ha raccolto "una serie di elementi, di motivi storici e scientifici per ritenere che questo lenzuolo sia proprio il lenzuolo funebre di Gesù. Abbiamo tutti i motivi per ritenere autentica la Sindone".
Da allora la Marinelli tiene conferenze nelle scuole, nelle carceri, nei luoghi di dolore sull'iconografia di Cristo e sull'affascinante storia legata alla Sindone. "Prima o poi scriverò un libro anche sulle testimonianze raccolte", dice. Quelle più simpatiche arrivano appunto dai bambini. Davanti al racconto dei ricercatori dell'Enea che, utilizzando un laser, sono riusciti a colorare piccole superfici di tessuti di lino con risultati che riproducono perfettamente le caratteristiche dell'immagine della Sindone, come ha raccontato la Marinelli, un bambino ha ipotizzato: 'quando Gesù è risuscitato, ha deciso di lasciarci il suo selfie'. Un altro alunno di seconda elementare ha ringraziato l'esperta per avere finalmente compreso il significato del sacro lino: "Gesù è stato messo in un lenzuolo come in un panino imbottito", è stata la risposta.
Emanuela Marinelli ha ricordato che il tema della Sindone "non obbliga nessun credente ad aderire alla sua autenticità. La Chiesa la venera, la propone ma non la impone". In base ai dati a disposizione, la studiosa di Sindone, ha sottolineato che "l'autenticità della Sindone non è una fantasia".
Di Sindone, "testimonianza concreta del perchè non si rimanga indifferenti" al sacro lino ha parlato l'ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, Daniele Mancini, che ha ricordato che "solo nel Novecento sulla figura di Gesù Cristo sono stati scritti centomila libri. Praticamente mille all'anno. A dimostrazione che per molti la Sindone non è tanto un reperto archeologico quanto la testimonianza di un fatto irripetibile ".