Prima di partire per la Francia, nel 2005, Mohamed Bouhlel, il killer della strage di Nizza, aveva consultato diversi psicologi in Tunisia. Lo ha rivelato la sorella Rabeb Bouhlel, aggiungendo di aver dato tutta la documentazione medica alla polizia.
Già ieri, la famiglia del 31enne aveva affermato di non credere che dietro l'attacco ci siano motivi religiosi. Il padre ha persino sostenuto che suo figlio potrebbe essere gravemente malato. "Ha passato momenti difficili. L'ho portato da uno psichiatra, gli ha prescritto dei trattamenti e sostenendo che era affetto da una malattia molto grave", ha detto l'uomo a RTL, definendo il figlio "instabile e talvolta violento".
Il suo ultimo contatto con lui è stato la settimana scorsa in occasione di Eid, che segna la fine del Ramadan. "Ha salutato tutti. Non abbiamo notato nulla di strano, sembrava normale", ha assicurato l'uomo.
Un uomo instabile, incline al bere e donnaiolo. Così il killer viene descritto dai vicini di casa, secondo quanto riferiscono i media francesi. Secondo gli abitanti del suo quartiere, a nord di Nizza, più della moschea amava andare in discoteca. "Beveva alcool, dava la caccia alle ragazze e frequentava locali notturni", dice un vicino, mentre un altro racconta che "il mese scorso aveva iniziato il Ramadan, ma non l'aveva finito".
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