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La Spezia, architetto suicida: arma sottratta da 2 ragazzi

24 ottobre 2017 | 18.26
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Si è ucciso, puntando verso di sé la pistola trovata in casa dei genitori, e l'ha fatta finita così Giuseppe Stefano Di Negro, l'architetto spezzino di 50anni il cui corpo senza vita era stato ritrovato con il cranio sfondato sabato sera in una strada isolata del quartiere Braida di Sarzana, lungo la viabilità secondaria che costeggia il torrente Calcandola in provincia della Spezia. Non un'aggressione culminata in un omicidio, come si era ipotizzato nelle ore successive, o un'esecuzione ma un gesto volontario mentre anche il giallo legato alla sparizione dell'arma utilizzata è stato risolto.

La pistola infatti era stata sottratta e nascosta subito dopo il ritrovamento del corpo dai due soccorritori dell'uomo, due ragazzi che per primi erano arrivati sul luogo della tragedia e avevano chiesto aiuto. Ora entrambi sono indagati a piede libero per furto, simulazione di reato e porto abusivo di arma: i due, un italiano e un belga di 19 anni, notato il corpo di Di Negro sdraiato a terra poco lontano dalla sua auto posteggiata a lato strada, avevano dapprima chiamato il 118. Poi hanno preso la pistola facendola sparire, forse con l'obiettivo di rivenderla, insieme a 70euro contenuti nel portafoglio del professionista.

La coppia di giovani aveva inizialmente occultato l'arma nella boscaglia per poi tornare a recuperarla in un secondo momento. Nel frattempo l'esame autoptico sul corpo della vittima aveva confermato il ritrovamento di un proiettile calibro 38 nella regione occipitale del cranio. Di Negro si è sparato in bocca, un suicidio arrivato al culmine di un profondo stato di depressione di cui soffriva da tempo e per la quale era in cura, come testimoniato anche dalla moglie dell'uomo.

Secondo le ricostruzioni il 50enne, un architetto stimato e conosciuto da tutti tra lo spezzino e la Lunigiana, sabato alle 20 si era recato a casa dei genitori in cerca di un vecchio revolver, di proprietà del padre.

Poi era uscito, percorrendo quella strada isolata e fuori dal tracciato di un suo eventuale ritorno a casa: questo aveva fatto ipotizzare un possibile appuntamento. Invece l'architetto era solo: ha scelto quell'area e, sceso dalla macchina, ha fatto fuoco. Non è morto sul colpo ma quando i due giovani lo hanno trovato era ancora in vita. Per questo i due hanno tentato alcune manovre di rianimazione e chiamato i soccorsi. Poi il decesso, all'arrivo del 118 mentre la pistola e i soldi nel portafoglio della vittima erano già spariti.

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