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Opera Roma: la tradizione 'tradita' nella nuova stagione che apre l'era Gatti

19 giugno 2019 | 18.29
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Daniele Gatti
Daniele Gatti

'Tradire' la tradizione leggendo il grande patrimonio dell'opera lirica attraverso la lente della contemporaneità. E' questo l'obiettivo della Stagione 2019-2020 del Teatro dell'Opera di Roma. Una Stagione "in continuità con le precedenti, anche se segna un passo in avanti verso l'eccellenza e il consolidamento complessivo del teatro", spiega il sovrintendente Carlo Fuortes, co-autore di questa ricetta insieme al direttore artistico Alessio Vlad, per il quale è necessaria la ricerca di "un equilibrio tra tradizione e modernità" per attualizzare la grande tradizione italiana dell'opera lirica e "trovare un nuovo pubblico".

Una ricetta che, a detta di Fuortes, ha portato ottimi frutti al Teatro dell'Opera: "La stagione appena passata si chiude con un incasso da biglietteria pari a 15 milioni di euro, praticamente raddoppiato rispetto al 2014 che ne segnava 7,5". Un dato che, secondo il sovrintendente, "ci consente di erogare finalmente i premi di produzione ai dipendenti", sospesi da qualche anno.

E poi ancora l'eccellenza musicale "con il nostro direttore Daniele Gatti che da quest'anno si farà sentire di più, con quattro opere nella prossima stagione, tre in forma scenica e una in forma di concerto", annuncia Fuortes. Gatti dirigerà l'opera inaugurale, 'Les Vepres Siciliennes' di Verdi, che andrà in scena il 10 dicembre con la regia di Valentina Carrasco, che in un videomessaggio parla di "grande sfida, ma sono sicura che Gatti correggerà eventuali miei errori". Poi il maestro milanese tornerà sul podio per 'I Capuleti e i Montecchi' di Vincenzo Bellini, opera simbolo del belcanto, in scena dal 23 gennaio con la regia di Denis Krief, il regista italo-tunisino che firma anche l''Aida' in scena a Caracalla dal 4 luglio prossimo. "Preparate i fazzoletti, siano kleenex o ricamati non importa, perché si piange. Bellini sa far piangere...", dice Krief con la sua solita ironia. "Sono felice di tornare a lavorare con Krief - dice Gatti - con cui ho fatto a Bologna 'Un ballo in maschera'. 'I Capuleti e i Montecchi' l'ho già diretta nel lontano 1989 a Bologna e due anni dopo al Covent Garden. Trovo sia giusto che il direttore musicale di un teatro d'opera affronti anche il belcanto e sono felice di farlo con Krief che ha la sensibilità giusta".

E poi, 'The rake's progress' di Stravinskij, in scena dal 18 ottobre 2020 con la regia di Graham Vick. E ancora di Stravinskij, in forma di concerto, Gatti dirigerà il 23 ottobre, con replica il 24, l''Oedipus Rex'. "Dopo avere affrontato il classicismo di Stravinskij con il suo ritorno alle forme chiuse tipiche dell'opera settecentesca, abbiamo pensato di inaugurare la stagione 2020-2021 con 'La clemenza di Tito' di Mozart, firmata per la regia da Mario Martone", annuncia Gatti.

Accanto a Gatti, sempre nel segno dell'eccellenza musicale, "si affiancano altre grandi bacchette - spiega Fuortes - a cominciare da Myung-whun Chung, Bertrand de Billy e David Robertson che debuttano nel nostro teatro. Accanto a loro Roberto Abbado, James Conlon, Alejo Pérez, Piergiorgio Morandi e Paolo Arrivabeni". Quanto ai registi, oltre ai già citati Vick, Carrasco e Krief, tornano al Costanzi Damiano Michieletto, Robert Carsen, Emilio Sagi e Alessandro Talevi, mentre debutta a Roma Richard Jones. Debutto assoluto nella regia lirica invece per l'artista cinese Ai Weiwei "cui abbiamo proposto di mettere in scena (dal 25 marzo diretta da Alejo Pérez, ndr) una 'Turandot' - dice Fuortes - con l'intenzione di replicare l'immagine che gli occidentali avevano negli anni '20 del '900 di questo oriente esotico. Lui ha accettato perché da giovane, quando fuggì dalla Cina e ando a New York, per sbarcare il lunario fece da comparsa proprio nel capolavoro pucciniano che Zeffirelli firmò per il Met", racconta il sovrintendente, ricordando il regista fiorentino scomparso sabato scorso e annunciando la ripresa di un suo spettacolo nella stagione 2020-2021.

Ancora un debutto per il Costanzi, stavolta di un grande titolo operistico, la 'Kát’a Kabanová' di Janacek, mai rappresentato prima all'Opera di Roma (dal 19 al 28 aprile). Sul podio David Robertson, alla regia Richard Jones. Michieletto invece si cimenterà con la 'Luisa Miller' di Verdi (dal 22 al 31 maggio) con Roberto Abbado sul podio, mentre la 'Carmen' diretta da Bertrand de Billy con la regia di Emilio Sagi (13-25 giugno 2020) avrà costumi disegnati da Fendi, nel solco della collaborazione tra l'Opera di Roma e le grandi firme della moda proseguita, dopo 'La traviata' di Valentino, con Maria Grazia Chiuri per la maison Dior e ancora con Jean Paul Gaultier ciascuno per due spettacoli di balletto.

A Carsen toccherà mettere in scena l''Evgenij Onegin' di Cajkovskij (dal 18 febbraio), con la direzione di Conlon, mentre tornano i titoli evergreen di 'Tosca' nella versione del 1900 (ripresa da Alessandro Talevi con la direzione di Pier Giorgio Morandi a dicembre), e 'Traviata' di Sofia Coppola e Valentino (novembre 2020) con Arrivabeni alla guida di Orchestra e Coro. Infine Chung al suo debutto al Costanzi con il 'Requiem' di Verdi (fine maggio 2020). "Ben 13 titoli nella stagione dei quali quattro che vedono sul podio il direttore musicale rappresentano un giusto equilibrio per un teatro italiano", chiosa Gatti. Mentre Fuortes conclude dicendo: "Tutto quello che si fa lo si deve alla professionalità di tutti i lavoratori di questo teatro, dal primo all'ultimo, che hanno un patrimonio di know how che ci ha consentito di raggiungere questi risultati in poco tempo".

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