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Italia salva: niente infrazione

03 luglio 2019 | 09.37
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Il Collegio dei commissari europei ha deciso di non raccomandare al Consiglio Ue di aprire una procedura per deficit eccessivo legata al debito nei confronti del nostro Paese. Moscovici: "Non è più giustificata". La lettera di Conte e Tria. Lo spread ai minimi da anni

(AFP) - AFP
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Il Collegio dei commissari europei ha deciso di non raccomandare al Consiglio Ue di aprire una procedura per deficit eccessivo legata al debito nei confronti dell'Italia, a quanto si apprende. La Commissione europea, sulla base degli "impegni" presi dal governo italiano, "ha concluso che una procedura per deficit eccessivo legata al debito" nei confronti dell'Italia "non è più giustificata, in questa fase", ha detto il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici, a Bruxelles. "Fin dal primo giorno ho detto che una sanzione è sempre un fallimento. Se sanzioni, questo significa che le regole non sono state sufficienti a convincere i partner a fare progressi. E sanzionando si stigmatizza un governo o un Paese, cosa che non è positiva per nessuno", ha sottolineato, rivendicando ancora una volta la filosofia con cui la Commissione Juncker ha gestito i casi in cui i Paesi membri hanno violato le regole del patto di stabilità. "Credo davvero - prosegue Moscovici - che questa Commissione abbia gestito bene i casi" di mancato rispetto del patto, "perché non abbiamo mai pensato che il patto di stabilità sia punizione, costrizione e sanzioni. E' per questo che quello che ho fatto è lavorare sul dialogo e sugli incentivi per avere le misure richieste. Non abbiamo sanzionato un Paese durante il mandato, ma non lo abbiamo fatto perché abbiamo ottenuto quello che era necessario attraverso il dialogo". Per quanto riguarda in particolare l'Italia, ha continuato Moscovici, "era nostro dovere andare avanti con le procedure che sono sotto la nostra responsabilità. Ma non è mai stato lo spirito di questa Commissione, né il mio".

Ma la decisione di non raccomandare al Consiglio di aprire una procedura per debito nei confronti dell'Italia "non è la fine del percorso. Monitoreremo molto attentamente il documento programmatico di bilancio" dell'Italia per il 2020, che dovrà essere presentato "entro il 15 ottobre", cosa che sarà "uno degli ultimi compiti" di questa Commissione, ha affermato allora Moscovici. Per quanto riguarda il deficit nominale, con le misure adottate dal governo lunedì scorso l'Italia rispetta "l'impegno del dicembre scorso, riportando il suo deficit al 2,04% del Pil nel 2019", ha sottolineato Moscovici aggiungendo: "Preciso che questa valutazione è fatta secondo le nostre cifre, le cifre della Commissione, perché è sempre sulle nostre cifre che ci basiamo. Il che vuol dire che l'Italia realizza lo stesso sforzo previsto in dicembre, ma senza crescita. Pensiamo che sarebbe controproducente, dal punto di vista economico, di chiedere al Paese di fare più di così quest'anno, nelle circostanze che conosciamo". "Dopo le discussioni anche nell'ultimo weekend a Osaka con Giovanni Tria il governo italiano ha adottato lunedì scorso un pacchetto di misure che formalizza le risposte alle nostre condizioni", ha affermato ancora.

"Questo pacchetto - ha continuato Moscovici - prevede misure di metà anno che prevede una correzione di bilancio totale di 7,6 mld di euro, che corrispondono allo 0,42% del Pil, cifra molto sostanziosa. Questa correzione è basata principalmente su ricavi addizionali, per un ammontare di 6,2 mld di euro, dei quali 2,9 mld di gettito, 600 mln di contributi sociali più elevati, 2,7 mld di maggiori dividendi che saranno pagati dalla Banca d'Italia e dalla Cdp". "In più - ha aggiunto - il governo ha anche adottato un decreto legge che congela 1,5 mld nel bilancio 2019, che si aggiungono ai 2 mld già congelati a fine 2018, che ora sono definitivamente congelati. Questi decreti dovranno essere votati dal Parlamento nei prossimi giorni e attivati per il 15 settembre". "Grazie all'insieme di queste misure, che sono molto sostanziose - ha concluso - l'Italia rispetterebbe globalmente le regole del patto di stabilità, in materia di sforzo strutturale e si metterà anche in regola, cosa che non era così nel dicembre 2018. Farebbe un aggiustamento più importante del previsto, a 0,3 punti di Pil, e compenserebbe inoltre una gran parte della deviazione constatata nel 2018".

CONTE - "Oggi è un giorno importante per l'Italia, che porta a casa il risultato che merita. Nessuna procedura di infrazione, l'Europa ci riconosce serietà e responsabilità", ha scritto su Facebook il premier Giuseppe Conte. "La Commissione europea ha valutato positivamente - ha continuato - il quadro dei conti pubblici per il 2019, che è stato certificato con l'assestamento di bilancio approvato dal Consiglio dei ministri. Non era facile e in molti erano pronti a scommettere contro di noi". "Noi invece abbiamo sempre creduto nel nostro Paese, sulla solidità dei nostri conti pubblici e sulla bontà e sull'efficacia delle politiche adottate dal mio Governo. L'Italia è un grande Paese, credibile, e anche oggi ne abbiamo avuto ulteriore conferma", ha scritto ancora Conte nel suo post. "Abbiamo difeso anche questa volta gli interessi dei cittadini e delle imprese italiane, senza arretrare rispetto alle misure qualificanti della nostra Manovra, tutelando welfare e diritti sociali. Questo significa - rivendica il presidente del Consiglio - che nell'ultima Legge di bilancio, come ribadito più volte, avevamo impostato una strategia di politica economica oculata e consapevole". "Il nostro è un modello economico che coniuga stabilità dei conti pubblici con la crescita e lo sviluppo sociale - ha aggiunto - Anche la prossima Legge di Bilancio, sulla quale siamo già al lavoro, proseguirà in questa direzione".

DI MAIO - "È stata evitata una procedura di infrazione che sarebbe potuta ricadere sul Paese, per colpa del Pd. L'Italia non la meritava e l'annuncio di oggi rende giustizia all'Italia e a questo governo", ha scritto su Facebook il vicepremier e ministro, Luigi Di Maio.

SALVINI - Lo stop alla procedura di infrazione? "Io ne ero certo, bene. Adesso chiederò al governo di accelerare sulla manovra per l'anno prossimo", "ovviamente con la flat tax che senza dubbio resta in campo". Così il vicepremier e ministro Matteo Salvini, arrivando a Montecitorio per il question time.

TRIA - "La sfida non è finita. A questo punto dobbiamo concentrare gli sforzi per proseguire su questa strada virtuosa che ci consenta di aumentare il nostro potenziale di crescita grazie a una spinta a investimenti, produttività e competitività del nostro sistema- paese", ha commentato il ministro dell'Economia, Giovanni Tria.

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