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La vedova Raciti: "Filippo è morto invano"

27 dicembre 2018 | 20.37
LETTURA: 2 minuti

Marisa Grasso, vedova di Filippo Raciti (Fotogramma /Ipa)
Marisa Grasso, vedova di Filippo Raciti (Fotogramma /Ipa)

"A 12 anni dalla morte di mio marito non è cambiato niente nel calcio". Marisa Grasso, vedova dell'agente Filippo Raciti, al telefono con l'Adnkronos non nasconde la sua amarezza dopo l'episodio di San Siro che ha causato l'ennesima vittima nel mondo del calcio. Proprio oggi la moglie del poliziotto che perse la vita nel 2007 a Catania negli scontri tra forze dell'ordine e ultras ha incontrato a Catania il vicepremier leghista Matteo Salvini.

"Abbiamo parlato di tante di cose, anche di questo. Speriamo che la situazione possa cambiare. Lui è il ministro dell'Interno e - rivela - mi ha promesso un impegno in più contro la violenza nel mondo del calcio". La tragedia stavolta si è consumata fuori San Siro negli scontri tra tifosi napoletani e interisti nei quali ha perso la vita un ultras nerazzurro: "E' sempre 'tifoso contro tifoso, uniti contro lo sbirro', non è cambiato nulla. So quello che la mia famiglia ha pagato in questi anni per colpa della mano violenta del mondo sportivo: è un problema culturale non risolto", sottolinea la vedova Raciti.

"Bisogna investire di più nella cultura, nella scuola e nell'informazione. Tutto il sistema è carente da questo punto di vista e non mi stupisco se a 12 anni dalla morte di mio marito il linguaggio è sempre quello. Mio marito tornava a casa sempre ferito, fin quando non è più tornato. La partita di calcio dovrebbe essere un'occasione di unione tra le famiglie, soprattutto sotto Natale che è espressione di pace e serenità. E invece non è così. E mi spaventa che si possano di nuovo verificare situazioni simili a quella che ho vissuto la mia famiglia".

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