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Iran: vice presidente su tifosa volley, spero non vada più in carcere

26 novembre 2014 | 17.19
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E' un caso "complicato" quello di Ghoncheh Ghavami ma spero che in appello "il verdetto venga ribaltato". E' l'auspicio espresso in un'intervista ad Aki-Adnkronos International da Masoumeh Ebtekar, sulla la vicenda della giovane irano-britannica arrestata a giugno a Teheran mentre cercava di entrare allo stadio per assistere alla partita Iran-Italia.

Iran: vice presidente su tifosa volley, spero non vada più in carcere

E' un caso "complicato" quello di Ghoncheh Ghavami ma spero che in appello "il verdetto venga ribaltato". E' l'auspicio espresso in un'intervista ad Aki-Adnkronos International dalla vice presidente dell'Iran con delega all'Ambiente, Masoumeh Ebtekar, commentando la vicenda della giovane irano-britannica arrestata a giugno a Teheran mentre cercava di entrare allo stadio per assistere alla partita di volley Iran-Italia.

La ragazza è stata condannata ad un anno di carcere per propaganda antigovernativa, ma domenica è stata liberata su cauzione. "Penso che già il fatto che sia libera sia un aspetto positivo - dichiara Ebtekar - Sono ottimista sull'esito" della vicenda.

La vice presidente con delega all'Ambiente, in questi giorni a Roma, spiega che in Iran in alcuni casi ci sono forze che intervengono sulla magistratura per influenzare le sentenze. "Ma fondamentalmente - sostiene - abbiano giudici indipendenti e il governo non ha voce nelle decisioni dei tribunali".

La Ghavami è stata accusata dalle autorità di avere legami con agenzie di intelligence straniere. "Non conosco la verità (sul caso della tifosa, ndr), ma so che ci sono problemi sulla partecipazione delle donne alle partite di volley o di altri sport. C'è un dibattito in Iran e il governo non è per forza di cose a favore delle leggi che impediscono alle donne di andare allo stadio. Il governo ha un'opinione differente - annuncia -Entrambi i suoi vice presidenti sono donne e il ministro dello Sport sta lavorando per cambiare la legge in vigore e permettere alle donne di entrare allo stadio".

Ma l'ingresso negli stadi - prosegue la Ebtekar - "non è l'unico problema che le donne hanno in Iran. Non è la questione più importante per le loro. Il problema principale è legato all'occupazione", soprattuto dal momento che molte di loro hanno un'istruzione elevata.

Il governo Rohani - spiega la vice presidente - è al lavoro per superare queste distorsioni nella società iraniana, ma deve fare i contri con quei gruppi radicali, gli stessi che "sono contro l'accordo sul nucleare", che ne "ostacolano le riforme, trovando modi sia legali che illegali (dice sorridendo, ndr), per impedire che ci siano cambiamenti. Credono che i cambiamenti minino la religiosità della società e hanno un approccio conservatore su molte questioni".

Questi estremisti, alcuni dei quali siedono in Parlamento, "hanno paura delle aperture nel campo politico, nella società, della libertà di stampa e di internet, ma il governo sta lavorando nella direzione opposta. Il governo sta lavorando per più aperture - aggiunge - più libertà di stampa, nella politica e anche per i diritti delle donne".

Malgrado i tentativi di riforma del governo Rohani e le aspettative dell'Occidente per un miglioramento della situazione dei diritti umani sotto la sua presidenza, un recente rapporto Onu ha evidenziato come nell'ultimo anno le condanne a morte siano aumentate rispetto al passato. "Credo che si debbano tenere presente la situazione e le peculiarità di ogni paese - replica la Ebtekar - L'Iran ad esempio confina con uno Stato che è il più grande produttore di oppio. Abbiamo un grave problema di traffico di droga e questo è una delle ragione per cui abbiamo molte sentenze capitali. E' una questione mondiale, ma l'Iran è in prima linea in questa lotta perché confina con l'Afghanistan".

"Rohani sta comunque facendo pressioni per un codice molto avanzato sui diritti umani e sta lavorando per trasformarlo in legge già in questa legislatura. Il presidente si è espresso sulla necessità di applicare i principi dello stato di diritto alle vicende di oppositori politici o i prigionieri - conclude - Questa è la politica di un governo che vuole avviare un programma di riforme".

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