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Usa: vittoria Gop non spaventa Hillary, lanciata raccolta fondi per 2016

06 novembre 2014 | 13.39
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I grandi finanziatori democratici si sono messi al lavoro per lanciare Priorities Usa Action che raccoglierà fondi per la campagna elettorale dell'ex first lady appena verrà annunciata formalmente la sua nuova candidatura alla Casa Bianca.

Hillary Clinton (Xinhua)
Hillary Clinton (Xinhua)

La cocente sconfitta democratica, e lo schiaffo degli elettori americani a Barack Obama, non spaventano Hillary Clinton che non perde tempo e, praticamente ad urne appena chiuse, lancia la raccolta di fondi per la campagna presidenziale del 2016. Anche perché la vittoria repubblicana al Congresso potrebbe aiutare una nuova corsa per la Casa Bianca dell'ex first lady invece che ostacolarla.

In effetti non è stata lei - che ancora non ha annunciato ufficialmente la candidatura ritenuta scontata - ma i grandi finanziatori democrat, che da mesi la sostengono, a mettersi al lavoro già ieri mattina presto, mentre in televisione scorrevano i dati della debacle democratica al Congresso. La squadra di Jeffrey Katezenberg, il produttore di Hollywood, tra i fondatori di Dreamworks, si è messa al telefono per assicurare i fondi a Priorities Usa Action, il super Pac che fungerà da collettore finanziario per le campagne pubblicitarie di Clinton.

Andy Sphan, stratega politico del comitato indipendente, ha detto al Washington Post che il lavoro non si limiterà alle telefonate, ma insieme a Katezenberg farà un tour per il paese per incontrare i potenziali finanziatori. "Nelle prossime settimane organizzeremo degli incontri per illustrare la necessità di agire in fretta, Priorities parte oggi", ha concluso.

Nel comitato, che comunque sottolinea che comincerà a raccogliere effettivamente le donazioni solo dopo l'annuncio ufficiale della Clinton, sono impegnati anche degli noti 'clintoniani', come Paul Begala, storico consigliere dell'ex presidente Clinton. Il super Pac, che ha come co presidente Jim Messina, ex capo dello staff ed ex manager della campagna per la rielezione di Obama, insiste nel sottolineare la continuità del lavoro fatto per la rielezione di Obama nel 2012.

Una continuità che però a livello politico Hillary potrebbe essere interessata a non sottolineare, per poter dare più vigore e autonomia alla sua candidatura. Ed ora la vittoria dei repubblicani, che lasciano il presidente Obama in una condizione di anatra zoppa, potrebbe essere per lei un vantaggio piuttosto che un handicap, lasciandola sul campo come il leader democratico più forte, senza costringerla nella posizione - rischiosa come dimostrano i precedenti di Al Gore e John McCain,- di dover prendere troppo le distanze da un presidente che, partito da alti tassi di popolarità, conclude il secondo mandato in modo controverso, come erano nel 2000 Bill Clinton e nel 2008 George Bush.

"Il Senato repubblicano molto probabilmente spenderà un sacco di tempo a cercare di abolire parte dei risultati ottenuti dall'amministrazione Obama - spiega lo stratega Erik Smith - e questa potrebbe essere un'ottima situazione perchè lei potrà attaccare i repubblicani, accattivandosi anche la base elettorale di Obama". Intanto, Hillary dovrà fare i conti con i danni, che gli strateghi elettorali definiscono a breve termine, della sconfitta. Come gli attacchi che da ieri Rand Paul, il senatore repubblicano che potrebbe essere il suo avversario nel 2016, continua a lanciare in tutte le sedi, dalla tv a Facebook, per affermare che con il voto di marted' gli elettori "hanno ripudiato non solo Obama ma anche Hillary Clinton".

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