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L'Accademia Maiani ricomincia da 'Ago e Filo'

26 gennaio 2018 | 15.36
LETTURA: 4 minuti

I giovani 'stilisti' dell'Accademia Maiani sfilano ad Altaroma grazie al bando 'Mestieri' della Regione Lazio
I giovani 'stilisti' dell'Accademia Maiani sfilano ad Altaroma grazie al bando 'Mestieri' della Regione Lazio

Non è sempre facile poter ricominciare, soprattutto quando si è perduto il lavoro su cui erano state riposte le proprie aspirazioni. Ma la moda e la Regione Lazio, come in questo caso, vengono in soccorso e diventano un trampolino di lancio per nuovi percorsi professionali. Sedici aspiranti stilisti solcheranno domani, per la prima volta, la passerella dell’Alta Moda (ore 16, negli spazi del Guido Reni District), nell'ambito di Altaroma. (FOTO)

La particolarità che li accomuna, è quella di aver potuto aderire al bando 'Mestieri' promosso e finanziato dalla Regione nell’ambito dei progetti sostenuti dalla Comunità Europea, e partecipare gratuitamente al corso di un anno rivolto a tutti coloro che avevano perso il lavoro, che non lo avevano ancora trovato, o per avere una chance in più, ottenendo così la frequentazione ai corsi di moda dell’Accademia Maria Maiani di Roma.

Dopo un test attitudinale, architetti, avvocati, giornalisti, fotografi, storici dell’arte, studenti di accademie di moda, non solo italiani ma anche stranieri residenti in Italia, hanno intrapreso con nuova passione lo studio di tessuti e filati, della modellistica, del design, della sartoria, del taglio, dell’inglese tecnico e del marketing per poter avere una nuova opportunità. E il debutto per chi ha avuto il coraggio e l’inventiva per ricominciare è oggi il più ambito, quello della passerella dell’Alta Moda.

''Non solo lo studio della modellistica e della sartoria – ha dichiarato Maria Maiani direttrice dell’Accademia- ma anche la possibilità di poter essere stati inseriti per due mesi direttamente nelle aziende per esperienze di lavoro concrete e formative''. Sfileranno gli abiti di Aleksandra Filipovic, storica d’arte, ricercatrice presso le Università di Roma e Belgrado, ispirati ad una fiaba serba medioevale e al portale di un monastero del XII° secolo con tessuti di tappezzeria solcati da tagli e intarsi.

Si potranno ammirare anche quelli dedicati al ghiaccio e all’aurora boreale giocati sulle gradazioni dei verdi dell’architetto Maria Lucia Colletti che decora anche con gioielli di ispirazione lappone stampati in 3D, del peruviano Omar Torres Castillo diplomato all’accademia di moda con i suoi outfit giocati tra georgette, pizzo e passamanerie ricamate.

La scenografa Olimpia De Angelis sceglie ispirazioni di epoca vittoriana e stile impero per giochi di trasparenze, l’avvocato cinese Lei Jiao presenta donne albero di tulle e organza avvolte da radici e rami, la romana Sabrina Moccia affida agli animali mitologici la sua ispirazione fatta di armature effetto specchio, pellicce ecologiche e piume.

Florin Stelian Svarz, invece, rumeno trentaquattrenne ex garagista, predilige abiti lunghi, tagli verticali, tessuti metallici o lavorati a scaglie di pelle di drago, Martina Carlino, studi di moda, vola nel mondo delle favole e delle streghe cattive con corpetti di pelle e grandi gonne di tulle nero, viola e blu, abiti ingabbiate in strutture di stecche. Lavinia Teodora Corlan, ventisettenne giornalista rumena, propone la decadenza dei vecchi giardini d’inverno abbandonati per abiti camicia ricoperti da polverosi grovigli di edera e fogliame. Carlo Farina, sarto ciociaro, ma anche pittore, presenta due abiti in antitesi tra loro, uno dedicato alla rapacità del falco e l’altro all’eleganza del cigno.

La fotografa romana Alessandra Russo, contrappone l’inverno alla primavera, il chiaro allo scuro per abiti dalle linee fluide e dal sapore liberty, lavorate da organze e georgette. Carolina Serafini ventiquattrenne di Amatrice dedica i due abiti alla sua città, con linee scomposte e ricomposte, tonalità di grigi sfumati, tessuti lacerati a ricordare la distruzione del sisma impressa nelle lavorazioni. Isa Giovannozzi si rivolge al mondo delle fiabe per impalpabili abitini di organza a balze giocati sulle tonalità pastello del rosa, giallo e celeste. Silvia Giusti sarta venticinquenne di Colleferro propone ispirazioni barocche e rococò, oro e capitelli corinzi, pantalone di raso con bolero a punto smog, grandi volumi, romantiche sciarpe di chiffon sfumato.

Anna Rose Yadao porta in scena a Roma le atmosfere del 'Lago dei cigni'. Tessuti pesanti dai toni cupi in contrasto a quelli leggeri e candidi con un unico dettaglio che li accomuna, quello delle piume dai colori cangianti che sfumano fino al bianco. Pamela Rossi scenografa, stilista, disegnatrice di gioielli, presenta abiti dai colori delle cortecce e della neve. Interamente ricamati a mano offrono nuovi spunti per texture dagli insoliti accostamenti di lane, tessuti, metalli e pelle. Tutti abiti che hanno un pregio al di là dello stile e della sartorialità, quello di rappresentare la possibilità di poter sempre reinventare nuovi percorsi lavorativi.

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