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L'omaggio silenzioso a Faletti, alla camera ardente amici e ammiratori

07 luglio 2014 | 09.01
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L'addio all'artista scomparso venerdì (Video). L'ultimo saluto prima a Torino, poi ad Asti. Dalla moglie un mazzo di rose rosse lasciate sulla bara. Martedì i funerali. L'ultimo tweet. Gli inizi da cabarettista a Milano (Foto)

La salma mentre lascia le Molinette di Torino (Adnkronos)
La salma mentre lascia le Molinette di Torino (Adnkronos)

Un lungo applauso ha reso omaggio alla salma di Giorgio Faletti quando ha lasciato la camera ardente allestita alle Molinette di Torino, dove l'artista si è spento venerdì scorso a causa di una lunga malattia. Ad attendere l'uscita del feretro, seguito dalla moglie Roberta e da alcuni familiari, un centinaio di persone che ha salutato il feretro accarezzando la bara. Ora la salma è diretta ad Asti, dove nel foyer del teatro Alfieri sarà allestita la camera ardente fino alle 20 di questa sera e poi domani dalle 10 alle 15, quando la bara dell'artista raggiungerà in corteo la vicina chiesa della Collegiata di San Secondo per i funerali. Martedì ad Asti sarà lutto cittadino

Alle Molinette di Torino per tutta la mattina è proseguita ininterrotta, discreta e silenziosa, la piccola processione di amici, conoscenti e ammiratori per l'ultimo saluto a Giorgio Faletti. Accompagnata da alcuni familiari e dall'agente di Faletti, la moglie Roberta, al suo arrivo, si è intrattenuta per qualche momento da sola intorno alla bara dopo aver lasciato un piccolo mazzo di rose rosse vicino alla salma. Pochissimi i fiori nel rispetto della richiesta della famiglia dell'artista che ha pregato di non inviare fiori ma, piuttosto, di fare donazioni all'Aicr. Tra i primi a recarsi a 'salutare' l'artista, anche molti dipendenti del nosocomio.

Giorgio Faletti ''era un uomo di una vitalità, creatività, generosità straordinarie, aveva una presa diretta con la vita, ancora non riesco a crederci". A ricordare l'artista, commosso, all'uscita dalla camera ardente delle Molinette, Ernesto Ferrero, direttore del Salone internazionale del libro di Torino. "Aveva una grande professionalità, era il classico artigiano piemontese che sapeva fare bene tutte le cose che faceva" ha aggiunto.

Ferrero, ricordando, poi, le tante volete che Faletti aveva fatto visita al Salone, ha continuato " quando mia moglie aveva chiesto a tanti personaggi dello spettacolo un contributo per un libro di ricette del cuore il cui ricavato era destinato al Banco Alimentare, Faletti aveva scritto un racconto bellissimo mandando anche una foto di lui bambino".

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