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L'allarme indiano sulle Big Tech

12 luglio 2021 | 07.57
LETTURA: 3 minuti

La banca centrale dell'India ha emesso un report in cui accende l'attenzione sull'espansione dei servizi finanziari promossi dalle Big Tech.

 - Da Rbi.org
- Da Rbi.org

La Reserve Bank of India (RBI) ha pubblicato il suo periodico Financial Stability Report includendo tra le questioni in essere, assieme ai rischi legati al clima, agli attacchi informatici e all'aumento della concorrenza derivante dall'ingresso delle fintech, l'invasione delle Big Tech nel settore dei servizi finanziari. Definendola come una vera e propria sfida per le banche. La questione è complessa perché le grandi multinazionali tecnologiche come Amazon, Apple, Google, Facebook, Microsoft, Alibaba e Tencent, oltre a possedere un brand ben conosciuto legato alle loro attività principali che consente loro di stabilire un solido rapporto con un’ampia base di consumatori, dispongono di una notevole liquidità finanziaria, oltre che di una imponente struttura tecnologica in grado di offrire servizi a basso costo. Insomma, secondo il report, le Big Tech stanno espandendo la propria impronta nei servizi finanziari digitali, inclusi i sistemi di pagamento, il crowdfunding, la gestione patrimoniale, i servizi bancari e assicurativi.

Amazon offre erogazione del credito, servizi di pagamento, crowdfunding e servizi assicurativi, mentre Google, Apple e Facebook offrono tutti quanti sistemi di pagamento, Google in particolare si sta espandendo nel settore bancario. In Cina, Ant Group di Alibaba, Baidu, JD.com e Tencent forniscono servizi bancari, accesso al credito, pagamenti, crowdfunding, gestione patrimoniale e assicurazioni. La banca centrale indiana, sostiene che mentre i servizi di molte fintech supportano l'inclusione finanziaria e in qualche modo incoraggiano la competitività tra le banche, i giganti del Tech non operano in condizioni di parità con le banche arrivando a generare anche problemi politici. La grande preoccupazione riguarda il fatto che le società tecnologiche che operano come servizi finanziari non hanno strutture di governance sufficientemente chiare, hanno disponibilità economica dominante e possono sfruttare la loro rete per ampliare la fornitura di servizi finanziari in un modo ritenuto non paritario. L'organizzazione spinge per una regolamentazione specifica sulle Big Tech, soprattutto in materia finanziaria e afferma la necessità di regole e standard internazionali per l'economia digitale che diventa globale.

L'India ha recentemente stretto le redini delle aziende tecnologiche: la scorsa settimana, il governo ha proposto di vietare i siti di ecommerce che vendono i prodotti a marchio proprio e la Commissione indiana per la concorrenza ha avviato un'indagine antitrust sulle smart television di Google. Il mese scorso, il governo indiano ha intimato a Twitter di interrompere sia l'offshoring che l'outsourcing delle proprie attività a pena della perdita delle tutele legali le paese. La società di social media potrebbe non avere più l'immunità sui contenuti pubblicati da terze parti sulla propria piattaforma, anche se la corte deve ancora pronunciarsi definitivamente sulla questione. Twitter potrebbe quindi potenzialmente essere ritenuta legalmente responsabile per qualsiasi contenuto gli utenti pubblichino sulla piattaforma, questo in seguito al mancato rispetto delle nuove regole sulla tecnologia dell'informazione entrate in vigore nel maggio di quest'anno. Le regole richiedono che qualsiasi società di social media definisca tre ruoli in India: un responsabile della conformità che si assicuri che la piattaforma segua le leggi locali, un responsabile per i reclami e un funzionario disponibile per le forze dell'ordine indiane 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

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