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Ambiente: nel 2015 uccisi 185 attivisti, +60% sul 2014

10 ottobre 2016 | 14.38
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 - © Greenpeace / Daniel Beltrá
- © Greenpeace / Daniel Beltrá

Nel mondo, la tutela dell'ambiente è ancora un mestiere pericoloso. Lo scorso anno sono state uccise 185 persone nel mondo per il solo fatto di essersi battute per la tutela del Pianeta, un incremento di quasi il 60% rispetto al 2014. "Gli episodi di violenza sugli ambientalisti sono purtroppo assai più diffusi di quanto si creda. Ci sono aree del mondo dove la violenza si spinge fino all'omicidio", spiega Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace.

Risale proprio al 3 marzo di quest'anno l'omicidio dell'attivista ambientale Berta Càceres, uccisa nella propria casa a La Esperanza, città dell'Honduras. Vincitrice del Goldman Environmental Prize, Càceres si batteva contro la costruzione di quattro dighe sul fiume Gualcarque che priverebbero gli indigeni Lenca della principale fonte di irrigazione e acqua potabile. E dopo di lei, altri due attivisti dello stesso movimento sono stati uccisi: Nelson Garcìa, sempre a marzo, e Lesbia Yaneth Urquia a luglio.

Secondo i dati dell’edizione 2015 del Global Witness Report, è proprio l'Honduras uno dei Paesi più pericolosi al mondo per gli attivisti ambientali: più di 100 quelli uccisi tra il 2010 e il 2014.

Ma anche senza arrivare al caso limite, la vita degli attivisti è spesso difficile, tra intimidazioni e veri e propri attacchi diretti. Solo per fare qualche esempio, restando in casa Greenpeace, nella notte tra l'8 e il 9 settembre, a Kuban, nella Russia meridionale, è avvenuto un brutale pestaggio contro uno dei team antincendio dell'associazione ambientalista, accusato di accogliere spie occidentali. Otto persone armate e a volto coperto hanno invaso il campeggio in cui dormivano i 19 attivisti, ferendo gravemente due persone, Andrey Polomoshnov e Michael Kreindlin.

Vita dura anche per i ranger . Secondo il rapporto “Natura Connection” del Wwf, negli ultimi 10 anni più di mille rangers sono stati uccisi nel loro servizio in 35 Paesi diversi. I gruppi armati perpetuano una strategia del terrore minacciando, torturando e seviziando i rangers impegnati nella lotta antibracconaggio.

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