
Lo lancia l'architetto monticiano Cesare Esposito, che da 39 anni organizza a Santa Maria Maggiore la nevicata artificiale che rievoca il prodigio avvenuto nell'358 d.C. sul Colle Esquilino, in una lettera inviata a Bergoglio in occasione dei 10 anni di pontificato
Un appello a Papa Francesco perché il 5 agosto si unisca ai fedeli per pregare la Madonna della Neve in quella che dovrebbe essere una 'giornata universale della preghiera per la Pace nel mondo'. A lanciarlo è l'architetto monticiano Cesare Esposito, che da 39 anni organizza a Santa Maria Maggiore la nevicata artificiale che rievoca il prodigio della Madonna della Neve avvenuto nell'358 d.C. sul Colle Esquilino, in una lettera inviata a Bergoglio in occasione dei 10 anni di pontificato.
"Santo Padre - scrive Esposito - il prossimo 5 agosto presso la Basilica di Santa Maria Maggiore verrà celebrata la festa della 'Madonna della Neve' con la messa solenne, alla cui conclusione proprio davanti alla facciata monumentale della chiesa sarà riproposto il 'Miracolo della Neve', frutto e testimonianza viva della devozione e della fede del popolo di Roma, una tradizione molto amata inscenata per rendere omaggio alla Vergine Maria. Quest'anno è il quarantennale della rievocazione del 'Miracolo', e per questo sarà ancora qui, come ogni anno, una moltitudine biblica che rimarrà in veglia sulla casa della Madonna, che è la Basilica di Santa Maria Maggiore; una folla orante, fedeli devoti che implorano e chiedono l'intercessione della Vergine Maria, per il sollievo dai dolori e dalle sciagure di questa nostra vita terrena. Santità, eravamo con Voi, l'otto di dicembre, in piazza Mignanelli innanzi al volto della Vergine, quando con tutta l'intensità del Vostro agire umano, Vi siete commosso e avete mostrato al mondo i segni della Vostra anima scossa. Quando poi avete pianto ai piedi della colonna dell'Immacolata. Quel pianto, vergato di lacrime, che è diventato preghiera universale per la pace nel mondo, rivolta proprio alla Vergine Maria. Il Vostro gesto ci ha spezzato il cuore, Santità volevamo noi romani tutti, asciugare quelle lacrime, volevamo farVi una carezza, volevamo tutti abbracciarVi e confortarVi per quel dolore stretto e portato addosso con sofferenza, come Cristo sotto il peso della Croce. Abbiamo pregato la Madonna nostra Madre, insieme a Voi, per la pace e la serenità che adesso al mondo manca".
"Santo Padre - prosegue la lettera -, il prossimo 5 agosto a Santa Maria Maggiore sarà un momento storico, come da tradizione il cielo antico dell'Esquilino unirà il genere umano, con una 'giornata universale della preghiera per la Pace nel mondo', per questo vorremmo pregare insieme a Voi, ancora una volta presso la Basilica papale più amata dai romani, Vi vogliamo bene; aspetteremo con fede la Vostra benedizione, alla luce della luminosa figura della Vergine Maria".
"Santo Padre, ritorni a Santa Maria Maggiore, alla festa della Madonna della Neve, l'aspetteremo con devozione, come abbiamo fatto con il suo predecessore papa Giovanni Paolo Il durante le celebrazioni dell'anno Mariano. Santità le Chiese sono di Dio, le Piazze di Cesare e dello Stato, rivolgeremo questo nostro appello anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con Voi Santità, alla luce della fede, e con il Presidente, quale garante della costituzione italiana, della libertà, della democrazia, vorremmo condividere questo momento di preghiera e di fede che, non solo salderà i legami di Stato, ma darà 'nuova' forza al popolo e 'nuova linfa' per la rinnovata speranza, sarà una fervida festa per la pace, per quella pace che è al di là di ogni conflitto e di ogni crudeltà, per quella pace che è 'la nuova vita' e la nuova speranza per il genere umano".
Il miracolo della neve è una tradizione devozionale molto cara ai romani. Secondo la leggenda, la notte tra il 4 e il 5 agosto del 358 d.C. la Madonna apparve in sogno a un nobile patrizio e alla moglie, che, non avendo figli, avevano deciso di far edificare una chiesa in suo nome e disse loro che un miracolo avrebbe indicato il luogo su cui costruirla. Anche papa Liberio fece lo stesso sogno e il giorno seguente, recatosi sull'Esquilino, lo trovò coperto di neve. Il Papa stesso tracciò il perimetro dell'edificio e la chiesa fu costruita a spese dei due coniugi, divenendo nota come chiesa di Santa Maria 'Liberiana' o popolarmente 'ad Nives'.