La famiglia del giovane afroamericano morto a seguite delle ferite riportate durante l'arresto chiedono lo stop della rivolta che compromette le proteste pacifiche condotte in questi giorni per chiedere la verità sulla morte del giovane.
"Voglio giustizia per mio figlio, ma non distruggete la città. E' sbagliato". Così la madre di Freddie Gray, il giovane afroamericano morto a seguito delle ferite riportate durante l'arresto, ha rivolto un appello per la fine delle violenze scoppiate nella città dopo il funerale del figlio. Anche la gemella del 25enne, Fredricka Gray, in una conferenza stampa convocata in una chiesa la notte scorsa, ha condannato le rivolte, ricordando che suo fratello non era una"persona violenta, non avrebbe assaltato negozi". La rivolta è scoppiata dopo il funerale e non è collegata a nessuna delle proteste che in questi giorni sono state organizzate per chiedere giustizia per Gray, e qualcuno ha avanzato l'ipotesi che sia stata orchestrata da agitatori esterni.
"Non ci aspettavamo nulla di questo genere, vi sono elementi diversi in azione, abbiamo persone che sono sinceramente arrabbiate per quello che è successo a Gray, ma vi è un gruppo che vuole solo sfruttare l'occasione", ha detto Elijah Cummings, deputato democratico eletto nel distretto di West Baltimore, teatro della sommossa. Anche leader religiosi locali sono intervenuti nella notte per fermare le violenze che hanno visto come protagonisti un centinaio di ragazzi giovanissimi.
Il legale della famiglia Gray, William “Bill” H. Murphy Jr., ha espresso il timore che queste violenze possano danneggiare gli sforzi "che stiamo facendo per avere giustizia per Freddie, se queste si diffondono nella città l'impressione passerà dalla condanna della polizia per quello che ha fatto a Freddie alla stima per il modo in cui ha domato il caos".
Le autorità locali stanno ancora indagando sulle circostanze della morte del giovane, che è morto per una grave ferita alla spina dorsale riportata durante l'arresto il 12 aprile scorso. Il nome di Gray si è aggiunto alla lista di quelli di altri afroamericani che negli ultimi mesi sono rimasti uccisi dalla polizia, a partire da Michael Brown a Ferguson, morti che in questi mesi hanno provocato la nascita di un movimento di protesta in tutto il Paese.