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L'Arpat affianca la Regione Toscana nella lotta contro l'economia illegale

07 aprile 2014 | 13.20
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L'Arpat affianca la Regione Toscana nella lotta contro l'economia illegale

La lotta all'economia illegale passa anche attraverso i controlli ambientali. Punta su questo la Regione Toscana che ha coinvolto l'Arpat nel contrasto agli illeciti attraverso un progetto speciale dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale che prevede il potenziamento dei controlli su raccolta, trasporto, recupero, riciclo e smaltimento dei rifiuti nei settori tessile, rottami, rifiuti da trattamenti con antiparassitari nelle attività vivaistiche, rifiuti liquidi trasportati su gomma.

Obiettivo, evidenziare le responsabilità di attività e comportamenti illegali, illeciti o elusivi rivolgendo le attività di controllo alle imprese. Per quanto riguarda il settore tessile il progetto vuole consolidare e implementare il sistema di controlli già attivo sul territorio della provincia di Prato. Previsti interventi in 30 situazioni produttive o di servizio, anche sugli aspetti legati all'igienizzazione di scarti e materiali tessili destinati al recupero o allo smaltimento e rafforzando i controlli sui flussi di materiali destinati alle dogane.

Nel campo del recupero rifiuti e rottami metallici, obiettivo del progetto è quello di individuare e controllare le attività e i comportamenti e le responsabilità relative ai soggetti che, in forma diretta od indiretta, promuovono e favoriscono l'abusivismo e l'illegalità al fine di trarre profitto e vantaggi economici. Anche in questo settore è previsto l'intervento su 30 impianti o ditte.

Per quanto riguarda il settore vivaistico, sono 170 le aziende che in provincia di Pistoia forniscono servizi tra cui i trattamenti con antiparassitari. Saranno incrociate le informazioni disponibili tra cui il numero di trattamenti effettuati, quantitativo acquistato di fitofarmaci, catasto rifiuti, e sarà individuato quindi un campione rappresentativo di almeno 5 aziende da sottoporre a controllo completo.

L'obiettivo dell'indagine è quello di verificare se nei trattamenti antiparassitari si opera legalmente evitando la dispersione ambientale dei residui delle preparazioni liquide non utilizzate e se viene adottata una corretta gestione dei residui solidi (plastiche contaminate dei contenitori).

I rifiuti allo stato liquido sono la tipologia che presenta le maggiori difficoltà per la verifica dell'effettiva rispondenza a quanto dichiarato nei formulari di accompagnamento, in quanto l'ispezione visiva quasi mai permette di verificarne la conformità, rendendo praticamente sempre indispensabile procedere ad analisi chimica. Il fatto di trovarsi allo stato liquido permette peraltro una facile e rapida possibilità di miscelazione tra rifiuti diversi, anche come pericolosità. L'indagine prevista dal progetto speciale riguarderà quindici impianti di due tipologie: impianti di depurazione autorizzati al trattamento di rifiuti speciali liquidi conferiti via gomma e impianti di depurazione che possono accettare rifiuti liquidi sulla base della comunicazione.

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