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Laterza: "Covid cambia l'editoria, oggi Croce userebbe Instagram"

03 luglio 2020 | 10.00
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Una vera e propria rivoluzione editoriale che utilizza i social come Instagram e Facebook

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"La pandemia ha cambiato anche il mestiere dell'editore: non la sua missione che nel nostro caso, dai tempi di Benedetto Croce,è rimasta integra, ossia la formazione delle classi dirigenti. Ma ha mutato le modalità della produzione editoriale per cui il libro diventa parte di una costellazione di media, al centro della quale c'è l'autore". Lo afferma in un'intervista a 'la Repubblica' l'editore Giuseppe Laterza, spiegando il senso di un "prima" e un"dopo" rappresentato da un volume che si intitola 'Il mondo dopo la fine del mondo: cinquanta intellettuali riflettono sui nuovi scenari nell'organizzazione politica, sociale, economica'. "Il libro - dice Laterza è solo uno dei soggetti del cantiere multimediale che apriremo a breve. E non viene prima di altre iniziative, nel senso che salta la consecutio solita: prima esce il libro, poi comincia la promozione. In questo caso partiamo subito con la discussione sui canali digitali, mentre a ottobre uscirà il libro di carta".

Una vera e propria rivoluzione editoriale che utilizza i social come Instagram e Facebook con i quali, confessa l'editore, prima "non avevo alcuna famigliarità". "Ma la tecnologia da sola non basta. Occorrono lei dee". Però, dice Laterza, "nella scelta del cantiere multimediale interviene un secondo elemento che riguarda il ruolo della casa editrice, così come l'aveva disegnato Benedetto Croce" che, se fosse servito, secondo l'editore, avrebbe utilizzato anche Instagram. Laterza spiega che la stabilità della casa editrice si basa soprattutto "sul catalogo" che "rappresenta il 50 percento dei fatturati sia della varia sia della scolastica, grazie all'impegno di tanti bravi librai. E si regge su alcuni recenti bestseller come i saggi di storia di Alessandro Barbero, i libri sulle piante di Stefano Mancuso o la riflessione sul greco di Andrea Marcolongo. Poi ci sono i festival che fatturano come una collana".

Laterza ammette l'esistenza di "un ecosistema della cultura dove i libri convivono con il cinema, la musica, il lavoro teatrale. Ed è questo ecosistema che potrebbe contribuire alla crescita democratica". Ed è convinto che portare il ceto colto alla guida del Paese faccia parte della missione degli editori: "Il nostro mestiere è trasformare buone idee in senso comune. Nel 2002 pubblicammo 'Modernità liquida' di Bauman. Quell'aggettivo non esisteva nel dibattito pubblico, oggi nel bene e nel male se ne parla anche al bar. Questo, alla fine, è il senso più profondo del nostro lavoro", conclude.

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