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Comunicato stampa

L'autobiografia immaginaria di Diocleziano

01 luglio 2014 | 10.42
LETTURA: 3 minuti

Un riformatore dell’antichità

Il libro si articola su tre parti. Nella prima ("Diocle di Salona") il protagonista narrante racconta come in una specie di autobiografia immaginaria la propria giovinezza. In questa parte prevale la fiction. Infatti le fonti antiche sono avare su quel periodo della vita di Diocleziano e ciò mi ha permesso di colmare i vuoti con la fantasia. Lo sfondo è però assolutamente veritiero. Le vicende che coinvolgono il giovane Diocle sono storiche. Documentati i fatti relativi ai grandi imperatori militari che in quell’epoca - siamo nella seconda metà del III secolo - tentano di restaurare l’ordine dopo decenni di anarchia. Le figure di Claudio II il Gotico, Aureliano, Probo e della regina Zenobia di Palmira, sono ritratte sulla base di quanto anticamente fu scritto di loro e di quanto ha verificato la moderna critica storica.

La seconda parte del romanzo narra l’ascesa al potere di Diocle, divenuto Diocleziano, e le difficoltà che egli incontra nell’affrontare i complessi problemi di uno stato immenso e corrotto, squassato da crisi demografica, economica e morale. Questa parte, intitolata “Il riformatore” racconta infatti gli sforzi sovrumani del grande statista. Una parte più “politica” che dovrebbe interessare, e per certi versi inquietare, il lettore attento ai fatti di oggi.

La terza parte è invece incentrata sulla grande persecuzione contro i Cristiani ed è intitolata "Il persecutore". Sono particolarmente coinvolgenti le cause che spingono Diocleziano ad accettare addirittura contro la propria indole e volontà, quanto gli viene richiesto da varie parti. Vi è descritto il suo dramma personale attraverso i tentativi di porre fine al bagno di sangue.

Il romanzo si conclude con l'abdicazione di Diocleziano, unica nella storia della Roma imperiale. Il principe, vecchio e malato, si è ritirato nel suo palazzo in Dalmazia (che darà origine alla città di Spalato) e da lì vede disgregarsi la complessa e grandiosa costruzione da lui voluta: la Tetrarchia, ovvero l’ordinato succedersi di imperatori e di loro vicari e il regolare funzionamento dello stato. Assisterà invece a crudeli lotte di successione e all’ascesa di Costantino, l’uomo audace ma privo di scrupoli che già aveva servito ai suoi ordini. Diocleziano vede in lui non la volontà di agire per il benessere pubblico ma soltanto l’aspirazione al potere. Da allora l’impero diverrà cristiano, ma non sarà più il principato del primo tra i pari, bensì la monarchia assoluta di un despota.

La mia ambizione è stata di scrivere un libro ricco di eventi, di appassionanti vicende private, di conflitti bellici e religiosi. Uno scontro tra tolleranza e fanatismo. Tra una concezione del mondo ancora classica e la nuova mentalità che porterà al medio evo. Poi di ricordare la figura di Diocleziano che, secondo me, merita una attenzione speciale. E’ stato l’uomo che impersonò per certi versi uno degli ultimi sussulti di razionalità in un mondo che si stava avviando verso le tenebre dell’irrazionale.

La sua capacità di analisi dei problemi politici, strategici ed economici è talmente moderna, seppure in molti casi incapace di trasformarsi in misure adeguate, da essere una lettura interessante per tutti coloro i quali hanno a cuore la cosa pubblica. Diocleziano, il grande dirigista, sembra sfidare dalla profondità dei secoli i politici e i grandi decisori di un’epoca come la nostra proiettata ciecamente verso il liberismo più sfrenato. Infatti il suo messaggio, a distanza di oltre mille e settecento anni, appare ancora vivo e integro nella sua essenza.

Giulio Castelli è un giornalista che si è occupato di politica estera e di cultura in due quotidiani nazionali e ha poi lavorato in aziende editoriali. Le sue opere principali sono “Il fascistibile” (Bompiani), “Il Leviatano negligente, potere e inefficienza in Italia” (Acropoli), la trilogia sull’ultimo secolo dell’impero romano d’Occidente (“Imperator”, “Gli ultimi fuochi dell’impero romano”, “476 Anno Domini” , tutti pubblicati da Newton Compton editori) e “Il diario segreto di Marco Aurelio” (anche Newton Compton). Ha condotto trasmissioni radiofoniche della Rai e partecipato a trasmissioni televisive.

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