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L'autore del primo intervento mondiale si racconta, 'Vertebre umane meglio di quelle stampate in 3D'

25 ottobre 2019 | 17.16
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Alessandro Gasbarrini al centro dell'équipe della struttura di Chirurgia vertebrale a indirizzo oncologico e degenerativo dello Ior di Bologna
Alessandro Gasbarrini al centro dell'équipe della struttura di Chirurgia vertebrale a indirizzo oncologico e degenerativo dello Ior di Bologna

di Margherita Lopes

"Mettere una vertebra al posto di una vertebra è ancora meglio della replica esatta del pezzo da sostituire, realizzata in titanio grazie alla stampa in 3D". E se a dirlo è Alessandro Gasbarrini, direttore della Chirurgia vertebrale a indirizzo oncologico e degenerativo dell'Istituto ortopedico Rizzoli (Ior) di Bologna, che ha guidato il team protagonista del primo trapianto di vertebre umane al mondo, c'è da credergli. "Non ci sono tante persone nel mondo che si occupano di sostituzioni di vertebre: al Rizzoli in genere ne faccio 25 l'anno, più una ventina all'estero. Un'esperienza che ci ha permesso di pensare alla cosa più ovvia: sostituire osso con osso, anzi vertebra con vertebra", racconta all'AdnKronos Salute.

Il primo trapianto di vertebre umane a livello mondiale risale al 6 settembre scorso, su un uomo di 77 anni affetto da un tumore osseo. "La vertebra - ricorda Gasbarrini, che negli ultimi 3 anni ha seguito 150 casi di chirurgia vertebrale oncologica - è la colonna portante del corpo umano: non puoi toglierla senza sostituirla, oltretutto protegge le strutture nervose. Oggi la sostituzione si può fare realizzando una sorta di 'bigodini' in titanio, usando pezzetti di ossa, oppure 'mattoncini Lego' in carbonio, o ancora riproducendo esattamente la vertebra in 3D. Tre anni fa, con l'emergere di questa tecnologia, abbiamo iniziato a studiare le possibilità di usarla per avere parti di ricambio esattamente uguali a quelle da sostituire. Grazie alle indagini preoperatorie, infatti, avevamo le immagini necessarie, da tradurre in numeri per stampare esattamente il pezzo che ci serviva, in titanio per il momento. La particolarità dell'intervento descritto qualche settimana fa - dice lo specialista - è che stavolta abbiamo innestato vertebre umane e non protesi metalliche o in carbonio. Ossa prelevate da un donatore cadavere e conservate nella Banca del tessuto muscolo-scheletrico della Regione Emilia Romagna, con sede proprio al Rizzoli".

"Non era mai stata impiantata una vertebra al posto di un'altra vertebra prima nel mondo - continua Gasbarrini - e si tratta di un primato difficile da replicare: occorre un'équipe preparata, e una Banca dell'osso interna all'ospedale. Insomma, una sorta di 'tempesta perfetta' difficile da ricreare, come hanno concluso anche dei colleghi in Israele, che mi avevano contattato nei giorni scorsi per delle informazioni".

Se l'idea della stampa 3D è affascinante, dal punto di vista medico "è meglio il naturale di una seppur esatta replica stampata in 3D - assicura lo specialista - Noi abbiamo anche le stampanti, ma le macchine diventano obsolete in poco tempo, conviene investire nelle persone". Persone che "sono guidate dalla passione. Questo tipo di chirurgia ortopedica - riflette Gasbarrini - difficilmente viene scelto dai giovani".

"Io stesso sono partito al Rizzoli con gli arti: facevo protesi di anca e ginocchio a pazienti oncologici - racconta l'esperto, che viene da una famiglia di 'camici bianchi' e, scherzando, dice che "in famiglia potremmo aprire un ospedale", alludendo al fratello Antonio e al padre Giovanni - Dopo alcune esperienze all'estero mi hanno chiamato al Maggiore di Bologna dove c'è il Trauma center e mancavano chirurghi vertebrali, così mi sono trovato a operare arti e colonna. Quindi ci hanno chiamati dal Rizzoli per la chirurgia vertebrale, che dà un'incredibile soddisfazione anche perché è di estrema complessità. Cinque ore di intervento volano: sembrano 5 minuti".

Dopo il clamore del trapianto in prima mondiale "sono arrivate delle offerte dall'estero", confida Gasbarrini. "Sono un po' tentato, per via dei mezzi che sarebbero a disposizione, anche se l'Italia ha davvero tanti vantaggi. Insomma, bisognerà vedere, anche tenendo conto dei pazienti: loro - sussurra - si affidano a noi". E il chirurgo non intende tradire questa fiducia.

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