Il ministero degli Esteri di Pechino annuncia la nomina di Sun Yuxi: l'"inviato speciale" dovrà mantenere "stretti contatti" con le autorità locali e le parti coinvolte. L'ultima mossa della Repubblica Popolare conferma gli interessi e le preoccupazioni della Cina per la situazione nel Paese vicino a 13 anni dalla caduta del regime dei Talebani, in vista del ritiro a fine anno della maggior parte delle forze della coalizione.
Il ministero degli Esteri di Pechino ha annunciato la nomina di un "inviato speciale" per l'Afghanistan con una mossa che conferma gli interessi e le preoccupazioni della Cina per la situazione nel Paese vicino a 13 anni dalla caduta del regime dei Talebani, in vista del ritiro a fine anno della maggior parte delle forze della coalizione. Sun Yuxi, ex ambasciatore cinese a Kabul e Nuova Delhi, è il nuovo inviato per l'Afghanistan con l'incarico -come precisato in una nota del ministero degli Esteri di Pechino- di mantenere "stretti contatti" con le autorità locali e le parti coinvolte.
"La Cina segue con grande attenzione gli sviluppi in Afghanistan ed è impegnata per il rafforzamento della partnership strategica e per questo ha deciso di nominare un inviato speciale", prosegue il comunicato. L'obiettivo, secondo le autorità cinesi, è "garantire una pace duratura, la stabilità e lo sviluppo dell'Afghanistan e della regione".
Il gigante asiatico è considerato a Kabul un "buon vicino". La Repubblica Popolare, che negli anni passati non si e' impegnata militarmente nel pantano afghano, punta a giocare un ruolo di primo piano nel futuro dell'Afghanistan.
L'attenzione di Pechino sinora si è concentrata sulle risorse minerarie e per il futuro si lavora sulle rotte commerciali che potrebbero aprirsi con la pacificazione dell'Afghanistan, dove Hamid Karzai si appresta a lasciare la presidenza dopo 13 anni al potere.
Uno dei timori della leadership cinese, invece, è legato alla "sicurezza" con lo sguardo allo Xinjiang, dove gli uiguri costituiscono il 46% della popolazione e dove sono presenti movimenti separatisti, e il pensiero rivolto alla vicinanza geografica della regione a Afghanistan e Pakistan.