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Afghanistan: l'avanzata cinese, Pechino nomina inviato speciale

18 luglio 2014 | 13.54
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Il ministero degli Esteri di Pechino annuncia la nomina di Sun Yuxi: l'"inviato speciale" dovrà mantenere "stretti contatti" con le autorità locali e le parti coinvolte. L'ultima mossa della Repubblica Popolare conferma gli interessi e le preoccupazioni della Cina per la situazione nel Paese vicino a 13 anni dalla caduta del regime dei Talebani, in vista del ritiro a fine anno della maggior parte delle forze della coalizione.

Afghanistan: l'avanzata cinese, Pechino nomina inviato speciale

Il ministero degli Esteri di Pechino ha annunciato la nomina di un "inviato speciale" per l'Afghanistan con una mossa che conferma gli interessi e le preoccupazioni della Cina per la situazione nel Paese vicino a 13 anni dalla caduta del regime dei Talebani, in vista del ritiro a fine anno della maggior parte delle forze della coalizione. Sun Yuxi, ex ambasciatore cinese a Kabul e Nuova Delhi, è il nuovo inviato per l'Afghanistan con l'incarico -come precisato in una nota del ministero degli Esteri di Pechino- di mantenere "stretti contatti" con le autorità locali e le parti coinvolte.

"La Cina segue con grande attenzione gli sviluppi in Afghanistan ed è impegnata per il rafforzamento della partnership strategica e per questo ha deciso di nominare un inviato speciale", prosegue il comunicato. L'obiettivo, secondo le autorità cinesi, è "garantire una pace duratura, la stabilità e lo sviluppo dell'Afghanistan e della regione".

Il gigante asiatico è considerato a Kabul un "buon vicino". La Repubblica Popolare, che negli anni passati non si e' impegnata militarmente nel pantano afghano, punta a giocare un ruolo di primo piano nel futuro dell'Afghanistan.

L'attenzione di Pechino sinora si è concentrata sulle risorse minerarie e per il futuro si lavora sulle rotte commerciali che potrebbero aprirsi con la pacificazione dell'Afghanistan, dove Hamid Karzai si appresta a lasciare la presidenza dopo 13 anni al potere.

Uno dei timori della leadership cinese, invece, è legato alla "sicurezza" con lo sguardo allo Xinjiang, dove gli uiguri costituiscono il 46% della popolazione e dove sono presenti movimenti separatisti, e il pensiero rivolto alla vicinanza geografica della regione a Afghanistan e Pakistan.

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