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Lavora chi studia, tra 30enni occupati 80% ha diploma

28 maggio 2014 | 15.13
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Lavora chi studia, tra 30enni occupati 80% ha diploma

Roma, 27 mag. - (Labitalia) - La partecipazione al mercato del lavoro è strettamente legata all'istruzione. Dati alla mano, è quanto emerge dal Rapporto annuale dell'Istat che indica come tra gli uomini di 30-34 anni, l'80% di laureati o diplomati è occupato contro il 67,4% di quelli con al più la licenza media; se laureate, le donne sono occupate nel 73,6% dei casi contro il 37,5% di quelle che hanno al più la licenza media.

Nel 2013, nella media Ue28 tra coloro che hanno 20-34 anni e hanno concluso il percorso di istruzione e formazione (diploma e laurea) da uno a tre anni, il 75,4% è occupato, contro il 48,3% dell'Italia. La differenza nella quota di occupati tra Italia e Ue28 è alta soprattutto per i neodiplomati (40,8% contro 69,5%), più contenuta per i neolaureati (56,9% contro 80,7%).

Sul fronte della ricerca del lavoro, i giovani 15-34enni ricorrono prevalentemente alla rete informale di parenti e conoscenti (81,9%), inviano curriculum (76,3%), utilizzano Internet (63,6%) e consultano le offerte sui giornali (51,5%). Inoltre, il 39,8% sceglie un canale di intermediazione; il 29,3% il centro pubblico per l'impiego e il 20,8% altre agenzie private. Rispetto al 2008 crescono considerevolmente il ricorso a Internet (22,1 punti percentuali in più) e al centro per l'impiego (+5,8 punti), specie nel Nord. Le azioni di ricerca considerate più efficaci da chi ha iniziato a lavorare nel 2013 sono la rete di parenti e amici (lo dichiara oltre un terzo), la richiesta diretta a un datore di lavoro (26,3%) e le precedenti esperienze di stage o tirocinio svolte presso l'azienda (11,8%). Particolarmente bassa la percentuale di chi ha trovato lavoro grazie al centro pubblico per l'impiego (appena l'1,4%) o con altre agenzie private (5,4% dei neo-occupati).

Il lavoro atipico riguarda il 25,4% dei 15-34enni, il 31,7% dei laureati. Nel 2013 si accentua la perdita di occupazione tra gli atipici: il 16,4% di quanti nel I° trimestre 2012 avevano un lavoro atipico, si trova, dopo un anno, in condizione di disoccupato o forza di lavoro potenziale (nel periodo pre-crisi erano circa il 10%).

Nel 2013 i giovani 15-29enni non occupati e non in formazione (Neet) raggiungono i 2,4 milioni, in crescita costante (+576 mila unità dal 2008). Tale aumento è dovuto quasi esclusivamente ai giovani che vogliono lavorare (+544 mila unità). Tra i Neet vi sono infatti circa 1 milione di disoccupati, 723 mila forze di lavoro potenziali e solo 684 mila inattivi che non cercano e non sono disponibili al lavoro (per lo più madri con figli piccoli). La percentuale dei Neet sui giovani 15-29enni arriva al 26% (35,4% nel Mezzogiorno contro il 19% nel Nord.

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