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Lavoro, Bonanni (Azione): "giù tasse su salari e zero su produttività e straordinari"

01 agosto 2022 | 17.46
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L'ex sindacalista della Cisl illustra all'Adnkronos il programma di 'Azione' di Calenda in tema di politiche sul lavoro.

Raffaele Bonanni
Raffaele Bonanni

"Per aumentare i salari bisogna abbassare notevolmente le tasse e arrivare a zero tasse sul salario di produttività e sugli straordinari". E' uno dei punti cardine del programma di Azione in tema di politiche sul lavoro, come indica all'Adnkronos Raffaele Bonanni, ex segretario generale della Cisl, arruolato da Carlo Calenda come responsabile Lavoro in vista delle prossime elezioni. "Quindi tutto quello che porta a lavorare meglio e di più deve essere detassato" aggiunge spiegando che "abbiamo perso due punti di massa salariale in 30 anni ed è un obbrobrio. E' il fallimento italiano più grande, al confronto con i tedeschi e i francesi che hanno aumentato invece di 30 punti e questo vuol dire che siamo in una condizione di grande emergenza". Quindi Bonanni è contrario ai bonus e a "promettere a tutti l'Eden", dal momento che ora poi "con il 9% di inflazione il Paese soccombe".

Quanto alla posizione sul salario minimo "L'Europa ha indicato che gli italiani possono arrivare al salario minimo diversamente dagli altri in quanto abbiamo un sistema contrattuale nazionale efficiente e dunque con i vari istituti: la tredicesima, il Tfr, il secondo livello di contrattazione, i premi, i contributi e tutti i diritti sindacali".

Digitale e formazione, altro tema caro all'ex leader della Cisl. "In pieno tumulto digitale chi prende sussidi, quali i lavoratori in cig e i percettori di reddito di cittadinanza dovrebbero essere obbligati ad una ri-professionalizzazione, partendo proprio dalle competenze digitali". Questo non vuol dire che "chiunque non abbia un reddito non debba essere assistito - spiega - ma chiunque deve avere una preparazione, pena la perdita dell'indennità".

Altro tema caldo è lo smart working e la sua regolamentazione. L'idea di Raffaele Bonanni è che "va creato un contratto ad hoc". "Se fossi al governo farei agevolazioni di tutti i tipi - spiega - perché lo smart working fa evolvere il modo di lavorare: è importante andare in azienda ma anche stare a casa e cambia la logica ovvero la società ci guadagna ma anche il singolo, tuttavia le modalità e la misurazione del lavoro cambiano moltissimo" conclude Bonanni.

(di Cristina Armeni)

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