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Lavoro: per 35% direttori hr più assunzioni in prossimi 12 mesi

23 settembre 2015 | 15.19
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Lavoro: per 35% direttori hr più assunzioni in prossimi 12 mesi

Secondo l’ultimo HR Barometer di Michael Page, la società di ricerca e selezione di personale specializzato a livello mondiale nell’ambito del middle e top management, nei prossimi mesi si verificherà una crescita delle assunzioni. Lo prevede il 35% degli Hr leader italiani e circa la metà (48%) di quelli presenti in tutto il mondo. In aumento anche la rilevanza delle risorse umane, ritenute sempre più strategiche per il successo del business, e il budget dedicato alla divisione.

Lo studio di Michael Page è stato realizzato a livello mondiale su 2.500 Hr manager appartenenti a un gruppo rappresentativo di industrie, dalle pmi ai marchi blue chip, in 65 Paesi. In Italia sono stati interpellati 133 manager e dirigenti. Dall’indagine emerge una tendenza generale legata alla ripresa della corsa ai talenti e soprattutto dell'occupazione: il 35% degli hr leader italiani prevede nei prossimi dodici mesi un aumento della forza lavoro (48% secondo il report globale). In più, il 24% delle organizzazioni aziendali ha incrementato il budget dedicato a questa divisione.

Per quanto riguarda le priorità delle risorse umane, nel nostro Paese risultano ai primi posti la gestione del cambiamento e i progetti di trasformazione (38%), alla pari con la formazione e sviluppo, seguite con un distacco minimo dalla gestione delle performance (37%) e del talento (32%). Parametri quali le relazioni con i dipendenti e l’acquisizione di talenti o recruitment raggiungono un peso pari rispettivamente al 32% e al 29%. Al di sotto della media globale si trova invece l’employer branding (4%). Sia in Italia sia nel mondo la gestione delle diversità e l’integrazione sono considerate fondamentali solo dal 4% delle aziende 4%.

L’indagine di Michael Page ha inoltre analizzato le modalità sulle quali le risorse umane misurano il successo. Al primo posto, per l’Italia, con il 65% delle risposte si posizionano le performance dei dipendenti, seguite dalle competenze (58%) e dalle performance manageriali (39%). Il coinvolgimento del dipendente, che nel mondo ha una rilevanza superiore anche rispetto alle competenze e occupa il terzo posto in ordine di importanza con il 46%, ottiene in Italia il 31% delle scelte.

Una differenza ancora più sostanziale tra l’Italia e gli altri Paesi riguarda il turnover del personale: su dimensione globale è il secondo fattore più misurato per valutare le prestazioni dei dipendenti, in Italia è decisivo solo per il 17% degli Hr leader.

Ciò che accomuna la tendenza del ruolo Hr tra Italia e resto del mondo è la crescita della sua influenza, sempre più strategica soprattutto per attrarre, assumere e trattenere talenti. Questo è rilevante in Italia per il 62% dei manager, ma a livello globale conta l’86%. Rimanendo nei confini nazionali, l’influenza delle risorse umane è importante per le relazioni con i dipendenti (87%), la formazione e sviluppo (85%), l’Hr policy (83%), la gestione delle performance (77%), retribuzioni e benefits (75%). Infine, il 73% degli HR leader italiani nel senior management riporta direttamente al Ceo/Cfo/presidente/direttore generale/Ad.

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