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Lavoro, per giovani fare il tecnico non è 'cool' ma le aziende li cercano e non li trovano

16 novembre 2022 | 18.35
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Ricerca condotta da AstraRicerche commissionata dal Gruppo Tesya

Lavoro, per giovani fare il tecnico non è 'cool' ma le aziende li cercano e non li trovano

Hanno tra i 15 e i 19 anni, studiano (85%) e intendono continuare a studiare dopo la scuola superiore, si informano prevalentemente online (79%) attraverso Internet e i motori di ricerca, ma anche sui social. Tre sono le principali caratteristiche che giudicano fondamentali per prendere in considerazione un’offerta di lavoro: retribuzione adeguata, possibilità di crescita personale e orari flessibili; inoltre, ambiscono a lavori legati alle nuove tendenze del mondo web.

È questo l’identikit dei giovani studenti tra i 15 e 19 anni di Italia, Spagna, Portogallo, Slovenia e Croazia emerso dalla ricerca condotta da AstraRicerche commissionata dal Gruppo Tesya, gruppo internazionale leader nella fornitura di servizi sofisticati e soluzioni integrate B2B altamente personalizzate per le costruzioni, la generazione di potenza elettrica e meccanica e la gestione di cantieri, magazzini e logistica. Obiettivo della ricerca fotografare ambizioni, bisogni e desideri nel mondo del lavoro e della scuola e la percezione verso figure professionali come quella del tecnico, di giovani studenti in 5 dei Paesi in cui il Gruppo opera. Questo, perché oggi le aziende, e anche Tesya, faticano a trovare figure professionali specializzate e tecnici: il lavoro c’è ma manca manodopera. E non solo in Italia.

Sul profilo professionale, nei confronti del tecnico permangono ancora pregiudizi e sentimenti contrapposti rispetto a una figura che si sta evolvendo per rispondere alle nuove aspettative dettate dall’innovazione tecnologica e che rimane di fondamentale importanza per un tessuto produttivo che è centrale allo sviluppo economico del Paese. Per i giovani italiani, infatti, la figura del tecnico è ancora avvolta da stereotipi: per il 35% ha uno stipendio basso, per il 32% non è una figura professionale stimata e per il 30% non è per niente ‘cool’ perché non ha grandi responsabilità e né deve prendere decisioni (fa quello che dicono gli altri), per il 47% fa un lavoro faticoso. Non solo: per il 41% le scuole professionali e tecniche sono consigliate per chi ha poca voglia di studiare.

Eppure, il mercato manda segnali molto diversi e precisi: la figura del tecnico è sempre più richiesta dalle aziende in ogni settore, ma manca forza lavoro qualificata. La capacità del tecnico è quella di analizzare, comprendere e prevenire i problemi e di conseguenza intervenire direttamente per risolverli. Sempre più aziende, come è il caso del Gruppo Tesya, sono orientate verso sistemi di manutenzione predittiva basati sulla teoria del guasto zero. La figura del tecnico si è evoluta in quella del tecnico predittivo, in cui l’interpretazione dei dati e l’utilizzo efficace della tecnologia giocano un ruolo determinante.

Ma quanto ne sanno realmente i giovani di come funziona il mondo del lavoro e le sue dinamiche? Il personale livello di informazione si attesta al 42% di chi ritiene di saperne molto o abbastanza (guidano la classifica Portogallo con il 49% e Italia con il 48%), mentre un 40% pensa di saperne appena sufficientemente (in testa la Croazia con il 47%, seguita da Spagna e Slovenia con il 44%). In Croazia ben il 29% del campione si ritiene poco o per niente informato sul mondo del lavoro.

(segue)

Per il 78% degli intervistati il principale canale d’informazione sul mondo del lavoro rimane l’online: più in dettaglio, il 53% si informa sui vari motori di ricerca e il 41% sui social network, mentre solo il 27% indica i siti di enti pubblici. Seguono le scuole e l’università (36%), il consiglio di parenti e amici (in media 33%, con un picco in Portogallo del 45% fino a scendere al 29% dell’Italia). Soltanto il 29% fa riferimento al mondo media - sia online che offline - inteso come giornali, radio e Tv (con percentuali che variano fra il 39% del Portogallo e il 24% della Spagna, passando per il 31% del nostro Paese). Per quanto riguarda gli indicatori giudicati importanti, che potrebbero influenzare la scelta di accettare o meno un lavoro, i giovani italiani mettono in primo piano una retribuzione adeguata (56%), seguita dalla possibilità di crescita personale (43%) e dalla certezza sul futuro o almeno dall’assenza di precarietà (40%). Quest’ultimo indicatore passa in primo piano rispetto a penisola iberica e Balcani che invece indicano come terza preferenza la flessibilità di orario.

Entrando nel merito delle competenze che servono nel mondo del lavoro, predominano componenti legate alle soft skill, in prima battuta la comunicazione, che per i giovani italiani guida la classifica con il 40% (stessa percentuale del Portogallo). Seguono la capacità di comprendere il cliente (39%) e la capacità di problem solving (33%) cioè di riuscire a sbrogliare situazione complesse e individuare la soluzione, mentre la capacità di apprendimento continuo è al terzo posto con il 23%. Inoltre, gli studenti italiani ritengono che la scuola, in particolare quella superiore, dovrebbe fornire non solo conoscenze e competenze in uno specifico ambito, ma anche investire sulla 'cultura del lavoro' nel formare i giovani a essere validi come colleghi (58%), e, per il 44% a esaltare le caratteristiche e le competenze degli studenti a 360° (caratteriali, comportamentali, di flessibilità mentale).

Le professioni ritenute rilevanti in questi anni e che potrebbero esserlo nei prossimi sono quelle legate alle nuove tendenze del mondo web: il campione mette unanimemente al primo posto come professioni da prendere in considerazione grafico/designer/web designer per il 64% (Portogallo 65%, Spagna e Italia 64%, Slovenia 63%, Croazia 55%), seguito da YouTuber, TikToker, Web Influencer 61% (Slovenia 66%, Portogallo 63,5%, Italia, 61%, Spagna e Croazia 60). Al terzo posto per il 58% del campione nei paesi considerati si attesta l’informatico, sviluppatore di siti web e app (Slovenia 70%, Spagna 60%, Portogallo 57%, Italia e Croazia 55%). Seguono il docente, indicato dal 53% del campione totale, il Data analyst (52%), l’ingegnere (49%), l’esperto di ambiente, ecologia ed energia (48%) e, solo all’ultimo posto il tecnico meccanico, elettronico, commerciale 45% (Spagna 49%, Portogallo e Slovenia, 47%, Croazia 43%, Italia 42%).

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