''L'intervento sul cuneo fiscale non può prescindere da una più significativa detassazione della parte di salario definita da accordi aziendali e territoriali in relazione all'incremento dell'efficienza e della produttività''. Ad affermarlo in una nota e' il presidente dei senatori del Nuovo Centrodestra, Maurizio Sacconi.
Nel 2011, rileva, ''i lavoratori che potevano accedervi corrispondevano alla platea che nell'anno precedente aveva avuto un reddito fino a 40.000 euro e la parte di salario detassata arrivava a 6.000 euro, per un importo di spesa registrato di oltre 1,2 miliardi di euro. Nel 2014 i lavoratori che ne beneficiano possono aver avuto nell'anno precedente un reddito non superiore ai 30.000 euro, il che esclude tutti gli impiegati e molti operai specializzati, e la quota di salario non può superare i 2.500 euro, per un totale di spesa massima di soli 300 milioni di euro. A ciò devono aggiungersi i criteri complicati introdotti nello scorso anno per cui i 3.500 contratti di prossimità sono ancora in attesa dei benefici che dovrebbero essere riconosciuti ai lavoratori interessati''.
E' evidente, quindi, conclude Sacconi, ''il divario con gli anni trascorsi, al punto che i modestissimi incentivi disposti sono ininfluenti e la relativa spesa è buttata al vento. Eppure in poco più di dieci anni abbiamo perso ben nove punti di produttività nel confronto con i competitori''.
