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Lavoro: Torino, venerdì in piazza con la Fiom addetti aziende in crisi

11 marzo 2015 | 19.39
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Lavoro: Torino, venerdì in piazza con la Fiom addetti aziende in crisi

Dal 2012 a oggi centodue aziende chiuse o fallite, oltre 5.400 lavoratori licenziati, altri 18 mila interessati dai diversi ammortizzatori sociali, cassa integrazione ordinaria (oltre 4.700) straordinaria (oltre 2000), in deroga (192), solidarietà (oltre 4500), mobilità (1071). E' la fotografia che emerge dal monitoraggio della Fiom piemontese condotto 323 aziende metalmeccaniche dove il sindacato è presente (dall'indagine sono esclusi i lavoratori di Fiat Chrysler Automobile e Cnh Industrial). E sono questi i numeri che la Fiom porterà in piazza venerdì mattina a Torino con un presidio in piazza Castello davanti alla sede della Regione per richiamare l'attenzione sui lavoratori in difficoltà. Durante la manifestazione una delegazione di lavoratori sarà ricevuta dagli assessori regionali al Lavoro e alle Attivita' produttive, Gianna Pentenero e Giuseppina De Santis.

''Le istituzioni locali e il sistema delle imprese devono farsi carico del drammatico problema sociale rappresentato dai lavoratori espulsi dal ciclo produttivo che stanno scivolando sempre più in condizioni di estrema povertà - hanno sottolineato i segretari piemontese e torinese della Fiom, Vittorio De Martino e Federico Bellono - se davvero, anche in virtù dei tanto strombazzati provvedimenti del governo, dal jobs act agli incentivi per le assunzioni, siamo alle porte di una ripresa dell'occupazione, della quale per altro ad oggi non si avvertono segnali concreti, non possiamo correre il rischio che le fasce più deboli, e più difficilmente ricollocabili, di lavoratori ne rimangano completamente esclusi''

''Non è certo nostra intenzione mettere in contrapposizione generazioni diverse - hanno aggiunto - ma e' evidente che senza precise politiche di indirizzo, il rischio che da parte delle aziende ci sia una preferenza per i lavoratori più giovani e' concreto. Per questo - hanno concluso De Matino e Bellono - è necessario aprire un tavolo di confronto con le imprese''.

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