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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

06 settembre 2016 | 10.30
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Abbiamo avviato a luglio una proposta in conferenza unificata che prevede di andare oltre la riduzione di almeno il 30% delle slot machines, già decisa con la legge di Stabilità e di farlo eliminando l'offerta di gioco dagli esercizi generalisti secondari (alberghi, esercizi commerciali, edicole, ristoranti, stabilimenti balneari, rifugi alpini, e altri); riducendola in modo significativo - fino ad azzerarla - nei pubblici esercizi (bar) e nelle rivendite di tabacchi; introducendo una certificazione di doppio livello (classe A e classe B) dei punti gioco e un rigoroso sistema di controlli; considerando valide, in materia di distanze, le decisioni normative adottate finora dagli enti locali, con i quali è in corso un negoziato". Così, in un'intervista a 'Avvenire', il sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta.

"Senza lasciare nulla di intentato nell'innovazione tecnologica e nello sviluppo dei servizi, il mestiere della banca resta essenzialmente quello di tutelare e valorizzare il risparmio. Intesa Sanpaolo gestisce qualcosa come 850 miliardi di euro, sono risorse delle famiglie e delle imprese. Oggi ancor più di ieri fiducia è la parola chiave. Le banche devono innovare, puntando sulla qualità, se non vogliono diventare appunto come le cabine telefoniche. Per tutti, la sfida è posta dagli operatori non bancari che offrono sistemi di pagamento online poco affidabili e poco trasparenti, apparentemente gratuiti. Si viene attirati in rete con il rischio di infilarsi in meccanismi che non si controllano". Così in un'intervista a 'Il Corriere della Sera', Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo.

"L'anno è stato ancora molto complicato perché ancora segnato dalla profonda crisi economica, ma nonostante questo ci sono spiragli di luce in fondo al tunnel soprattutto per merito delle riforme avviate dal Governo Renzi e dall'azione di questo nei confronti della Europa che ci dà maggiori spazi di flessibilità soprattutto per investimenti infrastrutturali. A nostro giudizio è la via maestra da battere se si vuole uscire dalla crisi come Paese in modo collettivo, ed ecco perché la Fismic Confsal assegna grande importanza alla vittoria del SI al referendum istituzionale di ottobre. Se prevale il 'Sì', come noi auspichiamo, quel cammino di riforme troverà un deciso incoraggiamento che avrà indubbi riflessi positivi sull'occupazione e sullo sviluppo della nostra economia". Così, in un'intervista a 'Italia Oggi', Roberto Di Maulo, segretario generale Fismic Confsal.

"La possibilità di lavorare in modalità remota, già applicata da diverse imprese, può introdurre effetti collaterali. Come le pressioni dell'azienda affinché il lavoratore non stacchi mai. Non è possibile obbligare qualcuno a non leggere una mail, lo si può difendere se decide di non farlo". Così, in un'intervista a 'La Repubblica', Francesco Seghezzi, ricercatore del centro studi Adapt.

"La ripresa? È troppo fragile e troppo lenta, noi lo denunciamo da tempo. Bisogna anticipare al 2017 il taglio dell'Irpef. La riduzione dell'Ires è sicuramente una misura condivisibile anche se riguarda prevalentemente le imprese più grandi. Quanto all'Iri, misura sollecitata più volte da Confcommercio, guardiamo con favore alla sua introduzione perché favorirebbe il reinvestimento degli utili nella propria azienda e, quindi, la patrimonializzazione delle imprese più piccole". Così, in un'intervista a 'La Stampa', il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.

"Stiamo modernizzando il copyright europeo per permettere ai nostri concittadini di avere accesso ai prodotti creativi, difendendo questi da una situazione piuttosto difficile, tra pirateria, download gratuiti e rapporti sbilanciati con le piattaforme online. Sono abbastanza ottimista, il governo italiano è allineato ai progetti europei per sviluppare un mercato unico digitale. Nei prossimi anni farete progressi in linea con l'Europa". Così, in un'intervista a 'La Stampa', Gunther H. Oettinger, commissario Ue per l'economia e la società digitali.

"Non trovo stravolgente l'idea di finanziare welfare con i premi di produzione, ma è una esagerazione quella di bruciare risorse a danno dell'occupazione e di promuovere una nuova e devastante 'religione del welfare', spesso anche spicciola ed insignificante. Infine, si accorciano le differenze economiche legate agli inquadramenti. Il premio smette di essere progressivo a discapito di chi ha maggiori responsabilità nel lavoro. Non credo che questa personale rivoluzione copernicana del presidente di Confindustria, che mette avanti gli incentivi ed in coda la riforma della contrattazione, sia un buon affare per il sindacato. Ciononostante siamo tutti interessati all'evoluzione dei rapporti positivi con Confindustria". Lo scrive su 'L'Unità' Emilio Miceli segretario generale Filctem-Cgil.

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