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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

27 settembre 2016 | 10.10
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"I frontalieri rappresentano la più grande industria della Lombardia. Stiamo parlando di oltre 70mila persone, di cui più di 60mila lavorano in Canton Ticino. E' evidente che il problema esiste e va governato, perché non degeneri. Quanto accaduto domenica pone ancora più tensione nei rapporti già critici tra Italia e Canton Ticino, finendo per generare un clima altrettanto pesante attorno alla vita lavorativa del frontaliere, da sempre risorsa vitale per l'economia dei Cantoni di frontiera, eppure mai così attaccato come in questi tempi dalla politica in cerca di un facile consenso". Così, in un'intervista a 'Avvenire', Mirko Dolzadelli, presidente del Coordinamento frontalieri Cisl e membro del Consiglio generale degli italiani all'estero.

"In teoria le regole di bilancio europee non sono male, ma in pratica non funzionano. Per il rilancio è necessario cambiare il modello economico-finanziario, che attualmente non è equilibrato ma sbilanciato sulle banche mentre serve sviluppare un mercato dei capitali, e intervenire nelle politiche di bilancio e monetarie. Però per cambiare la struttura finanziaria del sistema bancario ci vorrà probabilmente più tempo di quanto non ci sia voluto per l'introduzione dell'euro, sarà un processo lungo. E' essenziale procedere all' unione dei capitali". Così, in un'intervista a 'Il Corriere della Sera', Gregory Claeys, ricercatore del Centro studi Bruegel di Bruxelles.

"La politica deve correggere gli errori come la liberalizzazione, e bisogna agire subito sul fisco per alleggerire la pressione sulle famiglie, mettendo mano alla spesa pubblica. I commercianti devono capire che rimanere sul mercato implica sforzi. Bisogna strutturarsi, diventare sempre più impresa. E stare al passo con i tempi, perché non tutto il nuovo viene per nuocere. Come il web: può portarsi via il fatturato, ma anche diventare qualcosa con cui un piccolo commerciante può rilanciarsi". Così, in un'intervista a 'Il Giornale', Donatella Prampolini vicepresidente di Confcommercio.

"L'Ape non è una vera risposta alle esigenze di anticipare la pensione. Se dovesse, nonostante tutto, essere richiesta, a beneficiarne saranno banche e assicurazioni, non certo i lavoratori. È opinione della Cisal che in qualche modo si attenti a diritti costituzionalmente garantiti quando sono in gioco contributi dei lavoratori. Contributi che sono fondamentali, hanno la loro dignità, so-no frutto del lavoro, e non possono avere un valore diverso a seconda delle volontà dei governi di turno. Si tratta di principi basilari e intoccabili, sui quali non si può transigere. Il problema è la legge Fornero, basterebbe rimuovere le norme che hanno creato i problemi. Sembra riduttivo, semplicistico, ma forse sarebbe più utile e comprensibile. Molto più dell'Ape che evidentemente si pone il problema e ne riconosce la fondatezza, ma ritiene di risolverlo con una ricetta sbagliata". Così, in un'intervista a 'Italia Oggi', il segretario generale della Cisal, Francesco Cavallaro.

"Da gennaio a luglio 2016 gli arrivi a Roma sono cresciuti dell'1,5%, ma negli anni precedenti, nello stesso periodo, l'incremento dell'occupazione negli alberghi era stato del 5%. Ciò vuol dire che nell'anno del Giubileo la crescita è stata pari a zero. Prima di tutto ci vuole più promozione mirata su Roma. Poi dobbiamo azzerare tutte le emergenze, in modo da dare alla città un volto più normale e vicino alle altre capitali europee. E dobbiamo sviluppare il turismo congressuale: l'ultimo congresso dei cardiologi ha portato 35mila persone in città e 1 milione di euro in tasse di soggiorno nelle casse del Comune. Per questo serve un convention bureau, un ufficio commerciale la cui mission è partecipare alle gare proponendo Roma come sede dei più grandi congressi internazionali". Così, in un'intervista a 'La Repubblica', Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma.

"I saldi devono rimanere, sono interessanti e servono per vivacizzare le vita dei negozi. Ma andrebbero cambiati. Soprattutto, però, bisogna liberalizzare le promozioni. Non c'è nessuna ripresa, stiamo lavorando con i prezzi sotto zero. Occorre stimolare i consumi, aiutando la crescita della natalità e agevolando gli acquisti dei prodotti per l'infanzia. Così, in un'intervista a 'La Stampa', Giovanni Cobolli, presidente di Federdistribuzione.

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