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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

03 ottobre 2016 | 10.26
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Faccio il traghettatore per quaranta giorni. Occorrerà intervenire e ridurre tutti quei settori, a mio avviso esterni all'attività editoriale, su cui il business non ha dato i risultati sperati e valorizzare invece quella che è l'identità del giornale. E' una crisi che ha investito tutta l'editoria, che sta attraversando una fase di cambiamento profondo. Allora bisogna affrontare il cambiamento, l'evoluzione del settore che è stata introdotta dalla rete e dai nuovi media. Penso ad esempio che bisognerà puntare molto sul settore della formazione". Così, in un'intervista a 'La Stampa', Carlo Robiglio, presidente del consiglio di amministrazione del Sole 24 Ore.

"Il mondo imprenditoriale si può confrontare con la politica in due modi. Con una collaborazione tra forze che si somigliano. Oppure mettendo insieme sapori diversi per trovare una sintesi. Vacchi avrebbe scelto la seconda strada. Mi pare che Boccia abbia scelto la prima. Il Jobs act ha realizzato il concetto del superamento del posto fisso. Nella scuola ha tentato di ripristinare circuiti di responsabilità che si sono rotti al tempo del '68". Così, in un'intervista a 'Il Corriere della Sera', il presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca.

"Se non interveniamo sulla riduzione delle tasse sul lavoro in modo strutturale, non facciamo molta strada. La decontribuzione per i nuovi assunti non mi convince: ha un effetto effimero, limitato perché è un bonus. Magari servirebbe una decontribuzione strutturale per imprese e lavoratori: in quel caso avremmo una stabilità e una prospettiva diverse, sapremmo ad esempio quanto tra 10 anni ci costerà un lavoratore e quando eliminare il gap tra costo del lavoro e buste paga". Così, in un'intervista a 'Il Mattino', Carmelo Barbagallo, leader della Uil.

"Nessuna amministrazione pubblica avrà interesse a investire sui suoi dirigenti se si spezza il legame tra le persone che hanno vinto un concorso e l'ente che lo ha bandito. Nella scelta dei dirigenti da parte di un ente occorre un canale preferenziale per chi è già in quell'amministrazione. Questo tutela coloro che hanno formato le loro competenze specialistiche in un ambito preciso. Se si può scegliere chiunque, senza tener conto di chi è già dentro l'organigramma, si rischia di perdere persone già formate e sulle quali sono stati investite risorse considerevoli per aumentare il loro bagaglio professionale. E' come se un'azienda dopo aver messo migliaia di euro a disposizione per aggiornare i suoi manager li mettesse alla porta senza motivo". Così, in un'intervista a 'Il Tempo', Diego De Felice, dirigente generale dell'Inps.

"Stiamo entrando in molte nicchie, dalla pasta senza glutine a quella allo zenzero. Ce lo chiede il mercato, non so quanto crescerà. Stiamo guardando con molto interesse al mondo del salato, degli snack. Ma ci muoviamo a piccoli passi: una cosa è avere tutti gli stabilimenti sotto un unico controllo, dopo le acquisizioni la gestione diventerebbe più complicata. In ogni caso, continuiamo a puntare sul nostro territorio. Abbiamo investito circa 26 milioni negli ultimi cinque anni, e adesso abbiamo presentato un altro piano da 15 milioni per il pastificio e per il biscottificio". Così in un'intervista a 'La Stampa' Francesco Divella, amministratore delegato del gruppo pugliese.


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