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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

30 gennaio 2017 | 10.37
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"La Cisl è pronta a discutere di produttività e flessibilità. L'obiettivo di una pubblica amministrazione funzionante è dare servizi ai cittadini ma anche andare incontro alle imprese sul territorio. Con una macchina efficiente si può combattere davvero la corruzione. Per questo servono flessibilità e produttività e noi siamo pronti a parlarne: questi obiettivi non si raggiungono solo con le leggi ma appunto con la contrattazione". Così, in un'intervista a 'Il Messaggero, Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl.

"Abbiamo speso più di 15 miliardi nell' utimo triennio. Una massa notevole, come una legge finanziaria, e continuiamo a farlo. Chi dice volete abbandonare l'Italia non legge i nostri bilanci. Come investimento il solo Egitto la supera a causa dello sviluppo del giacimento di Zohr, ma come spesa globale è il Paese numero uno. Qui abbiamo il 60% del personale, 5 raffinerie, 8 stabilimenti chimici, 6 centrali elettriche, oltre 100 piattaforme. L'Italia è la sede di un know-how importantissimo: tutta la parte di calcolo e i modelli proprietari, tutta la ricerca scientifica e l'ingegneria sono qui. Come Trump stesso ha ripetutamente sostenuto la sua politica economica avrà impatto soprattutto sugli Stati Uniti, in termini di maggiori investimenti interni e lavoro. Se la focalizzazione sull'interno sarà forte ci saranno ritorni per tutti i settori economici in generale, non solo per quello petrolifero. E se i consumi interni di petrolio e gas dovessero salire, gli Stati Uniti hanno comunque le risorse e la capacità per rispondere all' aumento della domanda con più offerta shale. Da questo punto di vista è un sistema chiuso che può alimentare la propria crescita". Così, in un'intervista a 'Il Corriere economia', C laudio Descalzi, amministratore delegato di Eni.

"Come in molti altri Paesi, in Italia, ci sono banche che vanno bene e altre che non vanno bene, ma che stanno lavorando molto duramente per migliorare la loro situazione, infine ci sono quelle che hanno bisogno dell'incoraggiamento della vigilanza perché affrontino i loro problemi. In Italia il grande nodo sono le attività precedenti alla centralizzazione della supervisione, soprattutto il rischio di credito e i crediti deteriorati. Vanno affrontate. Dobbiamo essere certi che le banche non investano tutte le loro energie per sopravvivere e che non si focalizzino soltanto su queste attività invece di fare il loro mestiere, che è finanziare l'economia italiana ed europea". Così, in un'intervista a 'La Repubblica', Danièle Nouy, presidente della sorveglianza Bce.

"Vero ed è difficile trovare il giusto equilibrio tra le esigenze di vendita e quelle dei cittadini, che hanno diritto a non sentirsi perseguitati. Diciamo però che anche le poche regole che esistono non sono mai state applicate, solo da pochissimo tempo si fanno i controlli. C'è una legge secondo la quale chi riceve una telefonata per conto di un' azienda ha diritto di sapere se arriva dall'estero e può chiedere subito di esser trasferito a un operatore in Italia. Una norma del tutto inapplicata". Così, in un'intervista a 'La Stampa', Umberto Costamagna vice presidente di Assocontact.

"Stiamo esaminando la positiva esperienza dei tribunali delle imprese, cioè le apposite sezioni che garantiscono maggiore rapidità di decisioni e una migliore uniformità nella giurisprudenza. E stiamo studiando se, a questo primo passo, ne possa seguire un secondo. Istituendo, almeno presso un numero sperimentale di tribunali fallimentari e corti d'appello, delle apposite sezioni specializzate sulle controversie connesse alle esecuzioni fallimentari, tanto mobiliari quanto immobiliari, che vedono coinvolte le banche. Sarebbe la soluzione più semplice. Da accompagnare, si capisce, con misure molto più tecniche, che si riflettono sulla gestione dello stock di sofferenze accumulate negli anni della crisi". Così, in un'intervista a 'La Stampa', Antonio Patuelli, presidente dell'Abi.

"Il coworking è un fenomeno destinato a crescere ancora nel nostro Paese. Lo spazio c'è: basta pensare al Sud che è ancora scoperto. Quanto al numero dei coworking citato in quella ricerca non è frutto di una nostra elaborazione ma ci è stato fornito Coworking Italia, l'associazione che rappresenta i coworking italiani. In ogni caso negli ultimi mesi si continuano a registrare nuove aperture. Il fenomeno si sta consolidando". Così, in un'intervista a 'Affari & Finanza', Fiorella Crespi, direttore dell'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano.

"Come consulenti del lavoro che assistono 1,2 milioni di aziende e gestiscono circa 7 milioni di contratti nessuno sa meglio di noi quanto la rigidità nei rapporti di lavoro non aiuti mai nessuno. Abbiamo salutato con favore il contratto a tutele crescenti perché, in caso di licenziamento illegittimo, inserisce nel nostro ordinamento un' indennità risarcitoria certa. Tuttavia ribadiamo che l' occupazione non si crea con un decreto e che tutte le innovazioni legislative positive da sole non bastano. Serve riavviare il mercato del lavoro con investimenti strutturali nel Paese e con un alleggerimento del costo del lavoro". A dirlo, si legge su Corriere Economia, Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi dei consulenti del lavoro.

"L'ampio utilizzo dei voucher -continua De Luca- è stato in parte favorito dall'ampliamento dell'istituto voluto dal Jobs Act che ne ha esteso l' ambito di utilizzo a molti settori, tra cui l' edilizia, e aumentato il limite annuo a 7 mila euro. Lo spirito iniziale della Legge Biagi era diverso e finalizzato a far emergere quelle sacche di lavoro nero nei piccoli e saltuari lavori e quindi restringere anche il campo di utilizzo. Il governo, in questo senso, ha annunciato un decreto in grado di intervenire e di modificare le disposizioni sul lavoro accessorio previste dal Jobs Act, per esempio rispetto all'ampliamento dell' istituto ed all' effettiva tracciatura del corretto utilizzo del voucher. Se approvato in tempi rapidi si eviterebbe il referendum e il ritorno alla disciplina preesistente, molto più limitativa. Quest'ultima sarebbe la scelta più saggia".

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