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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

21 agosto 2017 | 09.47
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Considerando che un minor bonus fiscale per i dipendenti che supereranno il tetto dei 26 mila euro annui si traduce in una minor spesa per lo Stato, i risparmi potrebbero essere riutilizzati dalla contrattazione per soluzioni compensative a favore di chi è stato penalizzato, sia pure indirettamente. Anche questa è un'ipotesi sul tavolo. Dobbiamo attendere le decisioni del governo in vista della manovra d'autunno". Così, in un'intervista a Il Messaggero, Sergio Gasparrini, presidente dell'Aran.

"Negli ultimi anni abbiamo infatti perso continuamente quota nella produzione industriale globale. Ciò è avvenuto soprattutto nei settori a bassa tecnologia, come l'abbigliamento, le calzature e i mobili, in conseguenza dell'arrivo dei nuovi concorrenti. È tuttavia necessario tenere presente che essi stanno elevando il proprio livello tecnologico e aumenteranno la capacità competitiva anche nei settori più raffinati. Essendo senza giganti dobbiamo rafforzare i nostri produttori che, pur modesti per dimensione, posseggono ancora grandi potenzialità nella loro specifica nicchia di mercato. Dobbiamo cioè tenere conto del fatto che la politica industriale deve costruire in anticipo un futuro coerente con le caratteristiche del proprio paese e non rassegnarsi ad essere vittima del progresso altrui". Lo scrive su Il Messaggero Romano Prodi.

"Le Regioni e i Comuni, nel decidere la collocazione nel territorio dei punti di vendita del gioco pubblico, dovranno tenere conto che, a regime, saranno la metà di quelli attuali (circa 50mila contro i 100mila circa di oggi) e che, dunque, la loro distribuzione geografica dovrà garantirne l'operatività, partendo dagli investimenti già realizzati ed evitando che ampie zone urbane ne siano prive, con la conseguenza di concentrare il gioco nelle periferie, dando vita a veri e propri quartieri 'a luci rosse' del gioco. Gli operatori dovranno adeguarsi alle nuove regole e qualificare l'offerta". Così, in un'intervista a Il Sole 24 Ore, il sottosegretario al Mef, Pierpaolo Baretta.

"Va dato merito agli ultimi governi di aver già ridotto il carico tributario per le imprese, ma servono ulteriori tagli. Io sto a Trieste, mi basta fare un paio di chilometri per vedere, in Slovenia, imprese che pagano il 25% senza Irap. Da noi si potrebbe portare l'Ires al 20%, livello a cui tendono quasi tutti i Paesi. Ciò comporterebbe due effetti: più investimenti oppure maggiori dividendi, ma in tal caso lo sconto fatto alle imprese si recupererebbe da chi paga l'imposta per tali guadagni extra. Sarebbe comunque il modo migliore di aumentare l'occupazione, giovanile e non solo". Così, in un'intervista a La Stampa, Riccardo Illy, presidente del Gruppo Illy.

"Basterebbe alzare il livello delle retribuzioni e cambiare certi contratti per spingere i giovani italiani a fare quei lavori che oggi non fanno. Nella mia università il personale che fa la vigilanza è in buona parte straniero, ma non credo che i nostri disoccupati, a certe condizioni, non siano disponibili a quel tipo di lavoro. E comunque, anche ammettendo lacune settoriali da colmare facendo ricorso a manodopera straniera, va fatta una riflessione sull'andamento futuro del mercato del lavoro. In molti campi un giorno potrebbe non esserci quella richiesta di forza lavoro che oggi ancora c'è. E i buchi nella popolazione non avrebbero quindi bisogno di rimpiazzi". Così, in un'intervista a Libero, il demografo Gian Carlo Blangiardo.

"Per le banche italiane è cambiato tutto con i tassi negativi. E in altri Paesi, come la Germania, i tassi dei conti correnti sono negativi, in Italia no. Una volta il servizio bancario era remunerato parzialmente dalla forbice dei tassi, ora è chiaro che viene remunerato in modo più esplicito". Così, in un'intervista a L'Economia del Corriere della Sera, il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli.

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