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Istat: disoccupazione sale all'11,1%

01 marzo 2018 | 10.44
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Sale la disoccupazione in Italia, ma non per i giovanissimi. A gennaio, rileva infatti l'Istat, il tasso di disoccupazione sale all'11,1%, +0,2 punti percentuali rispetto a dicembre, ma risulta in calo di 0,6 punti percentuali se confrontato con lo stesso mese del 2017. L'aumento della disoccupazione, spiega l'istituto di statistica, interessa donne e uomini e si distribuisce tra tutte le classi di età.

Dopo l’aumento del mese scorso, a gennaio la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni cala dello 0,6% (-83 mila). La diminuzione interessa prevalentemente le donne e i giovani 15-24enni. Il tasso di inattività scende al 34,5% (-0,2 punti percentuali).

Intanto, il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a gennaio scende al 31,5%, -1,2 punti percentuali rispetto a dicembre e di 6 punti percentuali rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Il dato rilevato, rende inoltre noto l'Istat, è il più basso registrato da dicembre 2011, quando la disoccupazione giovanile nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni si attestò al 31,2%.

Ma a gennaio la stima degli occupati torna anche a crescere (+0,1%, pari a +25 mila rispetto a dicembre). Il tasso di occupazione sale al 58,1% (+0,1 punti percentuali). L’aumento dell’occupazione nell’ultimo mese, spiega l'istituto di statistica, è determinato dalla componente femminile e, con riferimento all’età, dalla forte crescita dei giovani di 15-24 anni e da quella più lieve degli ultracinquantenni, a fronte di un calo tra gli uomini e nelle classi di età centrali tra 25 e 49 anni. Crescono in misura consistente i dipendenti a tempo determinato, mentre calano i permanenti e gli indipendenti.

Secondo quanto rilevato dall'istituto di statistica, nel trimestre novembre-gennaio l’occupazione rimane sostanzialmente stabile rispetto al trimestre precedente. Segnali positivi si registrano tra le donne (+0,1%), gli over 50 (+1,0%) e soprattutto i giovani di 15-24 anni (+2,4%), a fronte di un calo tra gli uomini e nelle classi comprese tra 25 e 49 anni.

Crescono nel trimestre i dipendenti a termine (+2,4%), mentre calano i permanenti (-0,3%) e gli indipendenti (-0,5%). La stima delle persone in cerca di occupazione torna a crescere a gennaio (+2,3%, +64 mila) dopo cinque mesi consecutivi di calo.

Nel trimestre novembre-gennaio, rispetto ai tre mesi precedenti, alla sostanziale stabilità degli occupati si accompagna il calo dei disoccupati (-1,1%, -33 mila) e l’aumento degli inattivi (+0,1%, +14 mila). Su base annua si conferma l’aumento degli occupati (+0,7%, +156 mila) determinato esclusivamente dalle donne. La crescita si concentra solo tra i lavoratori a termine (+409 mila) mentre calano gli indipendenti (-191 mila) e i permanenti (-62 mila).

Aumentano soprattutto gli occupati ultracinquantenni (+335 mila) ma anche i 15-24enni (+106 mila), mentre calano i 25-49enni (-285 mila). Nello stesso periodo diminuiscono sia i disoccupati (-4,9%, -147 mila) sia gli inattivi (-0,6%, -75 mila). Al netto dell’effetto della componente demografica, l’incidenza degli occupati sulla popolazione cresce su base annua tra i 15-34enni e i 50-64enni, mentre è in calo tra i 35-49enni.

PIL - Nel 2017 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.716.238 milioni di euro correnti, con un aumento del 2,1% rispetto all’anno precedente. In volume il Pil è aumentato dell’1,5%, ai massimi dal 2010. Nel 2016, ricorda l'Istat, si era registrata una crescita dello 0,9%.

Il rapporto tra debito e Pil nel 2017, rileva ancora l'istituto, è sceso dal 132% del 2016 al 131,5%. Il dato è leggermente migliore di quello previsto dal governo, che si aspettava un rapporto pari al 131,6%.

PRESSIONE FISCALE - Nel 2017, continua l'Istat, la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil), è risultata pari al 42,4%, in calo di 0,3 punti percentuali rispetto al 2016.

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