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Lavoro: indagine, donne in Italia guadagnano 10,9% in meno di uomini

02 marzo 2016 | 17.49
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Lavoro: indagine, donne in Italia guadagnano 10,9% in meno di uomini

Una Ral (retribuzione annua lorda) pari a 29.985 euro per gli uomini e pari a 26.725 euro per le donne, con un divario di 12,2 punti percentuali a favore dei primi (specularmente, le donne guadagnano il 10,9% in meno dei colleghi maschi). E' il dato medio nazionale italiano rilevato dall’Osservatorio JobPricing che rilascia 'Gender Gap Report 2016', la panoramica completa sulle differenze di genere nel mercato del lavoro in Italia.

Secondo il report, un dato positivo è segnato dall’aumento percentuale da 11,6% nel 2012 a 27,6% nel 2015 delle quote rosa nei board direttivi delle aziende italiane quotate in Borsa. Dal 2004 ai 2014 le donne sono aumentate sia tra i dirigenti che tra i quadri e sono oggi il 38% degli occupati in posizioni manageriali, anche se continuano ad essere inquadrate in maggioranza come impiegate (58%); gli operai sono nei due terzi uomini, spesso a causa della tipologia di lavoro svolta.

Il divario retributivo maggiore, spiega la ricerca, "si avverte proprio dove maggiore è la concentrazione: gli uomini impiegati guadagnano il 12,4% in più delle colleghe donne". Il gap nello stipendio dei dirigenti è dell’11,9% e in aumento rispetto all’anno precedente, mentre è più contenuto e diminuisce ulteriormente nel caso dei quadri (passa da 5,4% a 5% sempre a favore maschile).

Il 'Gender Salary Gap' più elevato si trova all’interno del settore dei servizi e a quello dei servizi finanziari, mentre nel settore edilizio, del cemento laterizi e ceramica, nel settore del legno, dell'architettura, design e arredamento le donne guadagnano in media più degli uomini. In questi casi, è tuttavia determinante la composizione occupazionale: la presenza femminile è molto ristretta (non supera mai il 30%). Gli ultimi anni hanno visto un cambiamento nel mix della popolazione occupata, con un aumento della quota di donne laureate. Ciononostante, gli uomini laureati continuano a percepire mediamente stipendi più elevati del 33% e il divario tra i sessi scende solo quando si paragonano le retribuzioni di persone con titoli di studio più bassi.

Una spiegazione può essere data dal fatto che le donne laureate sono mediamente più giovani "ed è per questo motivo che la loro retribuzione media è decisamente più bassa di quella degli uomini; nei prossimi anni si può prevedere un accorciamento di questo differenziale, se accompagnato dalle cosiddette azioni positive nel mercato del lavoro", come evidenzia Mario Vavassori, presidente JobPricing. Nel complesso, tutte le famiglie professionali presentano una Ral media superiore per gli uomini, con differenze più elevate tra i dirigenti, escludendo il top management. Il gap più consistente è legato alle funzioni di staff (amministrazione, finanza e controllo, risorse umane, It, segreteria e servizi generali), in tutte le qualifiche.

Le figure tecniche (prevalentemente riconducibili alle aree della qualità, ricerca e sviluppo, area tecnica e ruoli ad alto contenuto specialistico tecnologico) sono invece quelle meno interessate dalla disparità salariale tra i sessi. Prendendo infine in considerazione delle specifiche professioni, a parità di ruolo tra uomini e donne, solo nel 21% dei casi sono quest’ultime ad avere una retribuzione media più alta.

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