Il viareggino Cristiano Genovali è stato confermato per il prossimo triennio alla guida dell’associazione nazionale 'Fiori e Piante d’Italia'. L’associazione, che è il principale interlocutore nazionale per quanto riguarda le politiche del florovivaismo, si candida a diventare lo strumento principale per una promozione nazionale ed internazionale coordinata.
"Titolare -si legge in una nota- di un’impresa florovivaistica e presidente Coldiretti Lucca, Genovali è uno dei massimi esperti di un settore in difficoltà a causa degli elevati costi di gasolio e concimi, dell’aumento costante delle importazioni senza regole dall’estero, del commercio abusivo, degli effetti della crisi economica e della mancanza di politiche di rilancio vigorose da parte del governo centrale".
Oggi le imprese specializzate nella produzione di fiori e piante in vaso sono 1.359. Il florovivaismo rappresenta circa il 30% della produzione lorda vendibile dell’intero settore agricolo della regione con una superficie di 7.457 ettari, ripartiti tra vivaismo (6.407 ettari) e floricoltura (1.500 ettari) e necessita di particolare attenzione e sostegno.
“Il settore -spiega Genovali- soffre la mancanza di una promozione coordinata e di una presenza unitaria sugli scenari nazionali ed internazionali. Ci presentiamo al mondo parcellizzati dal punto di vista delle azioni di promozione: fiori e piante prodotti nel nostro paese devono sfruttare appieno la forza del made in Italy".
"Oggi -ammette- non lo stiamo facendo. La missione, per il prossimo triennio, è quella di coordinare tutte le azioni. Ci candidiamo a diventare l’unico strumento di promozione delle piante e dei fiori italiani”.
Dalla promozione al rilancio nazionale Genovali si aspetta molto dal collegato agricolo e dal decreto per la defiscalizzazione degli interventi di riqualificazione e recupero di aree scoperte di pertinenza delle unità immobiliari di proprietà privata da destinare a zone verdi. Due strumenti destinati a riaccendere il settore delle manutenzioni del verde che la crisi ha congelato.
“Negli ultimi sei anni -fa notare- abbiamo registrato un aumento record dei giardini del 51% iscritti alle camere di commercio. E’ un settore in forte espansione che però necessità di essere disciplinato e di essere tutelato di fronte alla platea crescente di abusivismo. La crisi ha prodotto anche questo fenomeno: fare il giardiniere è un’alternativa a portata di tutti ma per intervenire sulle piante e sul paesaggio è necessario avere le competenze".
"Si va dal dentista -aggiunge- per curarsi i denti, non dal salumiere. In questo senso ci aspettiamo molto: dal collegato agricolo che finalmente disciplina e riconosce la figura del manutentore del verde e contribuirà a rilanciare il settore delle manutenzioni”.
Lo scenario nazionale non è molto diverso da quello prettamente versiliese: “gli elementi di debolezza sono i medesimi -sottolinea- la qualità delle produzioni italiane è un’eccellenza del nostro export. Il vero nodo è riuscire a promuovere questi valori aggiunti canalizzando gli sforzi in una sola direzione. E per fare questo serve un nuovo accentramento anche della rappresentanza”.