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Italiaonline: nuovo incontro al Mise il 4 novembre

28 ottobre 2016 | 17.07
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Italiaonline: nuovo incontro al Mise il 4 novembre

Ultima chance al Mise il 4 novembre per l’accordo tra Italia Online, la internet company nata a giugno 2016 dalla fusione per incorporazione di Italiaonline in Seat Pagine Gialle, e le organizzazioni sindacali. Nel processo di trasformazione da “azienda editoriale su carta ad azienda digitale” la nuova realtà prevede fino a un massimo di 700 eccedenze occupazionali di cui 417 si lavoratori in cassa integrazione straordinaria a zero ore e 283 in cassa integrazione straordinaria a rotazione per 4 giorni al mese. In realtà delle 417 posizioni a zero ore, solo 193 sono le posizioni nuove derivanti dall’integrazione tra le due aziende e quindi dalla riorganizzazione. Per quanto riguarda le altre, 139 sono una implementazione del precedente piano di riorganizzazione firmato nel febbraio 2015 al ministero del Lavoro dalla ex Seat Pagine Gialle, 85 posizioni non ancora gestite tramite incentivo all’esodo, sempre previste dal precedente piano di riorganizzazione.

Dopo la fumata nera del 25 ottobre scorso, il Mise stesso ha pubblicato una nota sul proprio sito internet: "Pur avendo registrato notevoli avanzamenti, il ministero dello Sviluppo Economico, avendo altresì constatato l’impossibilità di addivenire ad un accordo nella giornata di oggi, ha ritenuto di dover rinviare l’incontro al prossimo primo giorno utile (4 novembre 2016), con l’obiettivo di dare definitiva soluzione alla trattativa in corso".

"Inoltre, il Ministero dello Sviluppo Economico, congiuntamente al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, non essendosi interrotta la trattativa, ha chiesto all’azienda di sospendere qualsiasi iniziativa di carattere unilaterale fino al giorno 4 novembre p.v. A tal ultimo proposito l’azienda si è resa disponibile a non intraprendere iniziative unilaterali fino al 4 novembre p.v. e ha altresì specificato che trattasi dell’ultima data possibile per il raggiungimento dell’accordo, oltre la quale sarà costretta a valutare l’alternativo percorso da seguire”.

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