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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

24 gennaio 2017 | 10.10
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Donald Trump "dovrà procedere con cautela nella sua lista di priorità". Lo dice ad Avvenire John McLaughlin, stratega e sondaggista repubblicano che ha seguito il candidato conservatore durante le primarie. "Quando abbiamo chiesto agli elettori quello che dovrebbe essere la massima priorità per il presidente Trump, -racconta- quasi la metà ha citato la creazione di posti di lavoro e la riduzione delle tasse. Un altro segmento importante, pari a un terzo degli elettori, ha citato i problemi di sicurezza. Obamacare è una priorità secondaria. Misure per la crescita economica e la sicurezza dunque dovrebbero essere messe in moto nel primo anno, di certo prima delle elezioni di medio termine del 2018".

"Nella prolungata crisi economica, intrecciata alla cancellazione di garanzie per i lavoratori, si deve dare maggiore attenzione all' intervento punitivo dello Stato a difesa di cittadini e immigrati dalla par condicio dello sfruttamento penalmente rilevante". Lo scrive sul Fatto Quotidiano l'ex magistrato di Cassazione, Antonio Bevere. E sulla legge 199/16 che "delimita la materia al lavoro irregolare in agricoltura", ci sono "molte perplessità". Esse "derivano dai seguenti dati: 1) nessun accenno al principale reato di sfruttamento del lavoro e alla pluriennale giurisprudenza sul delitto previsto e punito dall' art. 600 c.p. risulta nella relazione iniziale e nei lavori parlamentari; 2) nella discussione sul ddl, inizialmente limitato al caporalato in agricoltura, si è verificata un' estemporanea aggiunta di un tipo d' autore, operante in ogni settore economico, impersonato da chi "utilizza, assume o impiega manodopera, anche mediante l' attività di intermediazione illecita, sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno"".

"La dimostrazione scientifica delle pensioni da fame che spettano agli iscritti alle casse previdenziali di oggi è stata fornita da uno studio curato da Itinerari previdenziali per le casse professionali istituite con la legge 103 del 1996 (per gli addetti ai lavori semplicemente «Casse del 103»)", scrive Il Giornale. "Lo studio prende in esame gli iscritti agli enti di previdenza dei biologi (Enpab), degli psicologi (Enpap), degli infermieri professionali (Enpapi), dei periti industriali (Eppi) e quello pluricategoriale (Eppi). Sono istituzioni pensionistiche e assistenziali con oltre 160mila iscritti e che funzionano grosso modo come l' Inps, ma essendo giovani ogni anno ricevono contributi superiori alle pensioni che erogano (14 iscritti per ogni beneficiario), mentre per l' Inps invece il rapporto è circa uno a uno. Sono talmente diverse le «Casse del 103» dall' istituto guidato da Boeri che la fascia d' età più rappresentata è quella compresa tra i 31 e i 45 anni (48,3% del totale). Insomma, tutto sembrerebbe andare per il meglio se non fosse per un piccolo dettaglio: il tasso di sostituzione, ossia il rapporto fra l' assegno pensionistico e l' ultimo reddito, è del 20 per cento. Questo significa che se un infermiere guadagna 2mila euro al mese andrà in pensione con 400 euro".

"La conclusione del Ccnl metalmeccanici mette in luce delle contraddizioni, gettando delle ombre sul complesso del famoso e tanto celebrato accordo del 10 gennaio 2014 sulla rappresentanza del sindacato. Questo accordo si basa sulla certificazione dei dati, i quali, essendo certi, permettono o meno a un sindacato di essere rappresentativo. L' accordo interconfederale, inoltre, assegna l' approvazione degli accordi allo svolgimento di Referendum, atti questi che hanno la facoltà di approvare o respingere gli accordi sindacali. Peccato che si sono dimenticati di rendere certi i risultati dei referendum, la cui validazione è a capo alla sola parte sindacale. Chi controlla i controlli?". Lo dice a Italia Oggi il segretario generale del sindacato autonomo dei metalmeccanici Fismic Confsal, Roberto Di Maulo.

Dal 24 agosto Paolo Galli, geologo della Protezione civile, ha percorso 40mila km: a ogni scossa un viaggio per individuare i segnali delle faglie di un cratere sismico di cento chilometri di lato. "L' abbiamo attraversato in lungo e in largo, 460 fra paesi e frazioni, visitati fino a sei volte dopo ognuno dei terremoti più forti. Il nostro lavoro è registrare la gravità dei danni agli edifici e gli effetti delle scosse sul suolo" spiega a La Repubblica. "A volte vediamo la gente fuggire urlando negli abbigliamenti più strani. Da lì ci accorgiamo che c' è stata un' altra scossa". E' un lavoro più "doloroso" che faticoso, dice. "Molti di noi frequentano quelle zone da quando erano studenti. L' Appennino centrale è la palestra in cui si formano molti giovani geologi. Durante decenni di rilievi abbiamo dormito in quelle case, incontrato quelle persone, imparato a conoscere ogni borgo come le nostre tasche. E dopo le scosse siamo spesso i primi ad arrivare, fra gente che piange, sviene, maledice, si dispera".

"L' Europa non deve rinunciare alla sua leadership e guardare in tutte le direzioni. Dobbiamo dare respiro ai Balcani, rafforzare la leadership nel Mediterraneo, difendere la Nato e collaborare con la Russia: è un attore globale, un partner affidabile nel rifornimento energetico e nella lotta al terrorismo. Occorre rilanciare il progetto europeo senza aver paura che qualcuno non partecipi". Lo dice a La Stampa Angelino Alfano, ministro degli esteri. E delle sanzioni alla Russia dice: "Di certo non sono un meccanismo perpetuo a rinnovo automatico, semmai uno strumento per il rispetto degli accordi di Minsk. Però non possiamo rimanere ostaggi del paradosso per cui il Paese che più ha spinto per le sanzioni - gli Stati Uniti - fa la pace, e quelli che hanno pagato un significativo conto alle sanzioni - l' Ue e l' Italia - restano ostaggio delle sanzioni. È come se noi pagassimo la bolletta e l' America poi accende la luce. Così non è possibile: come Europa dobbiamo proporre a Trump di decidere insieme".

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