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Turismo: in città d'arte in crescita arrivi, 11 mld fatturato annuo

06 aprile 2017 | 16.44
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Turismo: in città d'arte in crescita arrivi, 11 mld fatturato annuo

E' un comparto che negli ultimi 20 anni è cresciuto a un ritmo del +3,4% annuo, generando un fatturato stimato annuo di oltre 11 miliardi di euro, di cui il 70% da domanda straniera. E' il turismo nelle città d’arte. Secondo i dati diffusi dalla Confesercenti in occasione della presentazione della prossima edizione della Borsa del turismo delle 100 Città d’arte, nel 2016 gli arrivi nelle città di interesse storico e artistico sono stati 41,5 mln, pari al 36,2% del totale degli arrivi in Italia, mentre le presenze si sono attestate su 110,8 milioni, pari al 27,6% del totale in Italia.

Prendendo in esame i dati del 2016 e confrontandoli con quelli del 2010, si osserva che il turismo nelle città d’arte è cresciuto del 18,8% negli arrivi (con un aumento di 6,6 mln di turisti arrivati) e del 18% nelle presenze (da 93,9 a 110,8 milioni pernottamenti). A crescere è stata di più la quota degli stranieri, passati dal 59,4% al 60,7% del totale. Per quanto riguarda l'analisi dell'andamento in alcune fra le principali città d'arte italiane, la crescita maggiore delle presenze in 7 anni, nel 2016 rispetto al 2010, si è avuta a Matera (+152,4%), seguita da Padova (+44,9%), Verona (+44,7%), Roma (+30,6%), Bologna (+26,5%), Firenze (+25,2%) e Venezia (+22,3%).

Dal 2010 l'offerta ricettiva nelle città d'arte è cresciuta del 46% per quanto riguarda il numero di esercizi e dell’11% per quanto riguarda i posti letto (da 798.000 nel 2010 a 885.400 nel 2016). A crescere maggiormente in ricettività è stata la città di Torino (+80%), seguita da Padova (+68%), Lecce (+44%), Verona (+ 33%), Venezia (+25%), Roma (+23%), Bologna (+13%). La crescita di arrivi e presenze nelle città d'arte va di pari passo con la crescita dei visitatori nei musei statali italiani: dal 2010 al 2016 i visitatori sono cresciuti del 22% (oltre 8,2 milioni). In aumento sia i visitatori paganti (+46%) che non paganti (+5%). Solo nel 2016 l'aumento dei visitatori nei musei statali è stato del 3,8% rispetto all’anno precedente.

A crescere sono stati anche gli introiti, passati da 104,5 milioni di euro nel 2010 ad oltre 175 milioni di euro nel 2016, con una crescita del +9% di media annua. Pompei è regina con un aumento del +44% di visitatori, seguita da Roma (+43%), Torino (+41%), Napoli (+26%), Milano (+20%), Firenze (+19%). Dai dati elaborati emerge come la spesa dei turisti stranieri per vacanze culturali o in città d'arte rappresenti il 36,7% del totale della spesa delle vacanze in Italia, per un valore di 13 mln di euro. Il turista straniero spende in media il 22% in più nelle città d'arte: 129 euro rispetto ai 106 euro di media.

Sono 5.568 i Comuni (al di sotto dei 5.000 abitanti) che possono rientrare nella categoria dei Borghi sulla base della direttiva che indice per il 2017 l’Anno dei Borghi in Italia. Rappresentano il 69,8% del totale dei comuni italiani, occupano una superficie di circa 163mila kmq pari al 54% del totale, con circa 10 milioni di residenti pari al 16,5% della popolazione totale. In questi comuni sono presenti oltre 51mila esercizi ricettivi per quasi 1,4 milioni di posti letto rispettivamente pari al 30,5% e al 27,9% del totale dell’offerta nazionale, con netta prevalenza di un’offerta extralberghiera. Dal 2010 al 2015 l’offerta ricettiva in questi comuni è cresciuta del 2,3% in termini di posti letto.

La domanda turistica nei borghi italiani è stata nel 2015 pari a 21,1 milioni di arrivi e 87,5 milioni di pernottamenti rispettivamente il 18,6% e il 22,3% del totale nazionale. Prevale leggermente il turismo nazionale con il 51,1% di presenze. Dopo 3 anni di calo le presenze nei borghi italiani sono tornate a crescere nel 2015. Positivo dell’1% il saldo delle presenze nel periodo 2010-2015, mentre gli arrivi nello stesso periodo sono cresciuti del 13,3%. In forte crescita (+18,2%) le presenze dei turisti stranieri (che hanno portato la quota di mercato dal 41,8% del 2010 al 48,9% del 2015) a fronte di un consistente calo della domanda italiana (-11,3%).

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