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Fisco: Manageritalia, repubblica fondata su tassazione dipendenti e pensionati

11 aprile 2017 | 12.55
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Guido Carella presidente Manageritalia
Guido Carella presidente Manageritalia

"Dai dati presentati oggi pare di capire che la Repubblica italiana non sia tanto fondata sul lavoro, quanto sulla tassazione di lavoratori dipendenti e pensionati". Questo il commento di Guido Carella, presidente Manageritalia, a conclusione dell’incontro organizzato oggi, nella sede romana della federazione dei manager del terziario, dal titolo 'Fisco: facciamo chiarezza su chi paga'. "Nel periodo 2005 2016 -ha detto Andrea Monorchio, docente di Finanza pubblica e 17° Ragioniere dello Stato- il gettito delle imposte dirette è aumentato del 30,2% (248,5 miliardi 2016), quello delle indirette del 21,7% (242,2 miliardi 2016) e quello dei contributi sociali del 16,6% (221,4 miliardi 2016). Tutto questo a fronte di un’evasione stimata dal Mef in 100 miliardi (98,3), ma molto probabilmente ben più ampia".

"Le tasse in continuo aumento -ha ricordato Nicola Quirino, docente di economia pubblica dell'università Luiss- le pagano sempre i soliti noti. Basti pensare che solo 764.776 (1,9% dei contribuenti) italiani nel 2015 hanno dichiarato redditi superiori agli 80mila euro, contribuendo così a quasi un quarto (22,7%) delle entrate per Irpef e addizionali regionali e comunali. Un altro dato eclatante e significativo dell’evasione è quello relativo all’aliquota marginale massima nei principali paesi Ue: 43% in Italia sopra i 75mila euro, 43% in Uk sopra i 150mila euro, 45% in Francia sopra i 152.108 euro e 45% in Germania sopra i 250.730 euro. Oltre ogni differenza che si voglia considerare, questo è indicativo di una base imponibile di cittadini che dichiarano i loro redditi ben più ampia negli altri paesi".

E i dati mostrati da Quirino parlano da soli. A livello di reddito medio dichiarato, i dirigenti d’azienda sono secondi con poco più di 110mila euro ai notai (200mila euro) e a seguire troviamo farmacisti (poco più di 100mila), medici (poco più di 60 mila) e dentisti (45mila circa). Per un reddito lordo da 100mila euro dal 2005 a oggi il peso di Irpef più addizionali è aumentato del 9,1%, quello dell’Irpef del 5,2% e quello delle addizionali del 107,9%. Tra i 764.776 contribuenti che dichiarano più di 80mila euro lordi 432.720 (57%) sono lavoratori dipendenti, 223.303 (29%) pensionati e solo 108.753 (14%) indipendenti. In questa fotografia irreale dei redditi degli italiani i dirigenti sono 287.451 (38% del totale), 119.683 privati e 167.768 pubblici.

Sempre Quirino ha mostrato "come sia demagogica la recente campagna contro le detrazioni dei così detti ricchi". "Infatti, nel 2015 su poco più di 38 miliardi di detrazioni sui redditi per i lavori dipendenti, solo 1,2 miliardi (3,2%) vanno a chi ha redditi oltre i 60mila euro. Anche le detrazioni sanitarie dei lavoratori dipendenti (1,6 miliardi) vanno per il solo 10% a chi ha redditi sopra i 60mila euro", ha precisato.

"Da dati mostrati oggi -ha ribadito Carella- pare di capire che la pressione fiscale su chi dichiara redditi medio-alti, soprattutto dipendenti e pensionati, continua ad aumentare. Anche perché se c’è una parte del Paese indubbiamente povera, ce ne è un’altra che evade eccome. Un accanimento contro chi paga e contribuisce con il suo lavoro a sostenere l’economia del Paese che dovrebbe essere volto verso chi evade. Ci tartassano, ma questo non serve neppure per rilanciare la crescita, ma per mantenere consolidate storture e privilegi. Bisogna cambiare registro e anche subito smettendola di fare demagogia, colpire gli evasori, ristrutturare alcune ben note voci di spesa e puntare a crescere. Il debito non può e non deve essere l'alibi per tassare sempre i soliti e al contempo non fare nulla per lo sviluppo".

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