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Professioni: Consulenti Lavoro, in Piemonte vincenti i disegnatori industriali

27 settembre 2017 | 15.30
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Professioni: Consulenti Lavoro, in Piemonte vincenti i disegnatori industriali

Sono i disegnatori industriali al primo posto tra le professioni vincenti in Piemonte: tra il 2012 e il 2016, infatti, il mestiere ha registrato un incremento di 3400 unità operative. Maglia nera, invece, i cosiddetti 'colletti bianchi', segretari amministrativi, archivisti, tecnici degli affari generali, che nello stesso periodo hanno perso 3600 unità. A rilevarlo l'Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro. I dati piemontesi sono stati illustrati in occasione della presentazione del Festival del Lavoro in programma da domani a sabato al centro congressi Lingotto di Torino.

Secondo l'Osservatorio che per la rilevazione ha utilizzato i dati sulle assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro del ministero del Lavoro, al secondo posto tra le professioni vincenti si collocano a pari merito gli analisti e progettisti di software e le professioni sanitarie riabilitative, che nel quinquennio hanno registrato un aumento dell’occupazione pari a +1700 unità di lavoro.

A seguire nella classifica regionale i tecnici del marketing (+1600 unità), le professioni tecniche della prevenzione e i tecnici esperti in applicazioni (+1200 unità), i programmatori e i tecnici del reinserimento e dell’integrazione sociale (+1100 unità). Si collocano solo al 9° posto, invece, i docenti d’asilo (+1000 unità) seguiti dagli ingegneri energetici e meccanici (+900 unità).

Tra le dieci professioni in crisi, dopo i cosiddetti 'colletti bianchi' nel periodo 2012-2016 in Piemonte figurano i contabili e i tecnici statistici, che hanno perso rispettivamente -2600 e -1900 unità lavorative, i tecnici per la trasmissione radio-televisiva e per le telecomunicazioni con 1500 unità in meno ed i tecnici del lavoro bancario con -1100 unità.

A metà classifica si collocano a pari merito le professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche nonché gli istruttori di tecniche in campo artistico (-1000 unità), seguiti dai consiglieri dell’orientamento e da ricercatori e tecnici laureati in scienze della vita e della salute (entrambi con -800 unità). All'ultimo posto gli istruttori di discipline sportive non agonistiche (-700 unità).

"La crisi di queste professioni altamente qualificate non è dovuta soltanto all’avanzare della tecnologia, ma anche ad altri fattori, quali il passaggio da un lavoro dipendente ad un’attività autonoma e la mancanza di investimenti in formazione e ricerca, che hanno comportato per alcune di esse un calo della domanda alle dipendenze dell'impresa - rileva a commento l'Osservatorio - è indubbio, quindi, che la chiave per affrontare al meglio i cambiamenti che nasceranno da lavoro e industria 4.0 sia da ricercare nel capitale umano. Soltanto investendo in formazione continua non si correrà il rischio della 'disoccupazione tecnologica'".

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