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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

06 febbraio 2018 | 11.07
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Matteo Salvini parla con Il Sole 24 Ore delle ricette economiche della Lega. La copertura per "l'azzeramento della Fornero e la flat tax sarà garantita dalla pace fiscale", ovvero una rottamazione hard delle cartelle esattoriali, quello che un tempo si sarebbe chiamato un maxi condono: "Chi paga il 15% di quanto dovuto al Fisco è a posto". In pensione si andrà, dice il leader della Lega "con 41 anni di contributi e comunque non oltre quota cento, che corrisponde alla somma tra età anagrafica e contributiva. Solo le "eccezioni" per gli esodati sono già costate 11 miliardi, secondo l'Inps tornare al regime pre-Fornero costerebbe 15 miliardi l' anno". Gli 80 euro di Renzi "li manteniamo", aggiunge."Ma sulla Fornero nessun compromesso: vogliamo mandare in pensione gli anziani per fargli fare i nonni e lasciar spazio sul lavoro ai giovani".

"La guerra in atto contro i motori diesel è ideologica e ingiustificata: noi continuiamo a credere in questo tipo di alimentazione che permette di abbattere la CO2, e nel suo valore per il raggiungimento degli obiettivi sull'ambiente e sulla riduzione delle emissioni". Lo dice Dieter Zetsche, presidente e ceo di Daimler, nell' intervista ad Avvenire a margine della presentazione della nuova Mercedes Classe A. "Sparare contro il diesel è sbagliato - spiega Zetsche - perché quelli più moderni consumano e inquinano la metà di quelli prodotti solo pochi anni fa. La strada giusta è sostituire i vecchi diesel con quelli nuovi, più efficienti. Servirebbero azioni fiscali in tutta Europa, come la tassazione dei vecchi diesel più inquinanti e una defiscalizzazione invece di quelli moderni".

"Capisco Mentana, ma non è giusto non andare a votare. Anche io le ultime due tornate le ho saltate. Può capitare. Ma a questo giro ci vado. Perché lo ritengo importante e siccome la mia apprensione più grande consiste nel timore che l'astensione sia molto alta, come sento dire in giro, faccio un appello: andiamo a votare per non abdicare a un diritto sacrosanto che abbiamo. Magari votate scheda bianca ma presentatevi al seggio". Lo dice Maurizio Costanzo a Italia Oggi.

"Un secondo referendum è possibile. E possiamo vincerlo 60 a 40 per cento". Andrew Adonis parla con La Repubblica della Brexit: è un Lord, figlio di un immigrato cipriota venuto in Inghilterra a fare il cameriere, sua madre abbandona la famiglia quando lui ha 3 anni, finisce in orfanatrofio, vince una borsa di studio per una scuola privata, si laurea a Oxford, fa il giornalista al Financial Times, da dove nel 1998 Tony Blair lo prende a Downing Street. Più volte ministro, nel 2005 viene nominato alla camera dei Lord e nel 2015 è chiamato dal conservatore David Cameron a dirigere laCommissione Nazionale Infrastrutture, da cui si è dimesso due mesi fa per protesta contro il governo di Theresa May. "La Brexit non è un fatto compiuto. Il Regno Unito fa ancora parte della Ue. E i recenti voti in parlamento dimostrano che la premier non ha una maggioranza in nessuna delle due camere. Ci sono le premesse perché il Parlamento bocci l' accordo finale sulla Brexit, quando May lo presenterà in autunno, e approvi un referendum da tenersi nel febbraio 2019, un mese prima della data in cui dovrebbe concludersi il negoziato".

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