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Fondazione Cariplo: le storie di Francesca, Igor e Carlo

12 marzo 2019 | 17.12
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Francesca, Igor e Carlo. Sono i tre protagonisti dei progetti lanciati dalla Fondazione Cariplo e che oggi, in occasione dell'incontro alla Triennale di Milano, hanno raccontato la loro storia. Francesca, 26 anni, ha partecipato a Neetwork (programma lanciato nel 2015 e giunto alla sua terza edizione che punta a riattivare giovani tra 16 e i 24 anni che hanno precocemente abbandonato gli studi e sono esclusi dal mercato del lavoro). Prevede un’esperienza di tirocinio retribuito presso un’organizzazione non profit lombarda.

Così Francesca a 22 anni e con una figlia piccola da mantenere, con alle spalle nessun diploma e piccoli lavoretti malpagati, tramite Adecco arriva ad AmbienteAcqua nel dicembre del 2017. "Ho scoperto - ha spiegato - che cosa voglio fare 'da grande': diventare contabile. Tra poco inizierò un corso e, nel frattempo, ho iniziato a lavorare nell’azienda meccanica agricola che mio padre ha appena aperto".

Igor, 44 anni, ha invece partecipato a 'Fare legami', uno dei progetti sostenuti nel bando Welfare di comunità e innovazione sociale. Un programma che coinvolge 37 territori, 1.500 organizzazioni e in cui Fondazione Cariplo ha investito 36,5 milioni di euro e che punta a costruire un nuovo modello di welfare incentrato sulla comunità per progettare e realizzare politiche innovative. Igor era il titolare di un’agenzia di viaggi ma, dopo tre anni di riabilitazione in seguito a un incidente stradale, si è ritrovato senza lavoro.

"Il parroco - ha raccontato - che mi aveva sposato mi ha messo in collegamento con il progetto Fare legami". Così ha trovato ha trovato un lavoro che lo realizza e lo impegna a tempo pieno in una cooperativa sociale del Cremasco, utilizza quotidianamente le lingue e sperimenta le sue capacità di entrare facilmente in relazione con le persone e la sua attitudine al problem solving.

Nel corso dell'evento anche Carlo, 37 anni, ha raccontato la sua esperienza professionale grazie a Fondazione Cariplo. Assunto dalla cooperativa sociale Namasté nell’Onp Bistrot Bergamo, grazie al bando 'Inserimento lavorativo' che ha sostenuto negli anni 350 progetti e coinvolto 2.500 persone. Carlo è l’aiuto cuoco dell’Onp Bistrot e gli è stata riconosciuta un’invalidità al 75%, per disturbo della personalità e disturbo schizofrenico bipolare.

"Alle volte - ha sottolineato Carlo - sono stato sfortunato perché è capitato anche di essere assunto in realtà che poi hanno chiuso, altre volte ero io a non reggere. Anche se sapevo che ero bravo, a un certo punto subentrava sempre la domanda: ma sono davvero capace a fare questa cosa? E andavo in crisi. All’Onp Bistrot è diverso, mi sento tranquillo e accettato e riesco a pensare che, prima di avere tutte queste sfortune ero bravo e mi rilasso: il mio piatto forte sono i secondi".

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