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P.Reichlin: "Per pmi servono azioni su Ict e innovazione"

22 maggio 2019 | 16.16
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L'economista Pietro Reichlin
L'economista Pietro Reichlin

"Le pmi sono certamente un elemento importante e centrale della nostra economia, ma non si può non evidenziare che hanno un forte ritardo ad esempio su Ict e innovazione. E quindi servirebbero appunto azioni sull'innovazione, su un management più efficace, e con una struttura più forte". Così l'economista Pietro Reichlin commenta, con Adnkronos/Labitalia, l'appello in vista delle elezioni europee lanciato, in un'intervista nei giorni scorsi ad Adnkronos/Labitalia, dal presidente dei giovani imprenditori di Confapi, Jonathan Morello Ritter, secondo cui le istituzioni europee che usciranno dalle elezioni del prossimo 26 maggio dovranno dare "una programmazione decisa, veloce ed equa con priorità ai temi quali infrastrutture, ambiente ed energia, perché le imprese, soprattutto le piccole imprese, siano indirizzate ad investire in maniera corretta nei settori giusti".

Per Reichlin, "la crescita delle pmi può avvenire anche grazie a bandi per aumentare la struttura industriale di queste aziende" e "le piccole e medie imprese italiane sono sì importanti, ma anche se sono tante le eccellenze troviamo dei 'ritardi' importanti in media nelle pmi italiane".

E secondo l'economista gli ultimi dati Istat diffusi oggi sulle previsioni economiche per il nostro Paese per il 2019 "dicono che le previsioni non erano sbagliate: il Paese è in un quadro di stagnazione, la disoccupazione torna a salire, i consumi sono fermi e questo vuol dire che le misure del governo come il reddito di cittadinanza e quota 100 non hanno avuto nessun effetto. E quindi il governo dovrebbe ammettere che sono sbagliate e tornare indietro".

Secondo il docente di Economia della Luiss di Roma, "si confermano tutti i dati già anticipati dalla maggior parte degli analisti, e adesso il governo dovrà decidere cosa fare, anche perché nel Def ci sono degli impegni che andranno rispettati con l'aumento dell'Iva e questo non comporterà certo effetti benefici per il Paese".

Secondo l'economista, il governo Conte "dovrebbe innanzitutto rendersi conto che le misure come il reddito di cittadinanza, quota 100 e la finta flat tax hanno aumentato solo la spesa e i trasferimenti e non di certo i consumi come si sperava". "E, quindi, visto che anche il ministero dell'Economia li definisce provvisori, si dovrebbe prendere atto che non vanno bene e accantonarle", avverte. In questo modo, conclude, "se proprio si deve fare del deficit, lo si potrebbe utilizzare per gli investimenti e la crescita, per fare ripartire davvero il Paese".

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