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Food: Gusti.a.Mo16, tradizione e innovazione per valorizzare Dop e Igp

03 ottobre 2016 | 11.10
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Food: Gusti.a.Mo16, tradizione e innovazione per valorizzare Dop e Igp

Tradizione combinata con innovazione e importanza del fattore umano nella costruzione della storia e delle tradizioni, del mantenimento del territorio e della preparazione dei cibi. Questi gli elementi strategici per la valorizzazione e la promozione delle realtà locale emersi nel talk show 'Cibo, cultura, territorio: la grande differenza italiana', che si è tenuto sabato alla Camera di commercio di Modena nell'ambito della manifestazione Gusti.a.Mo16, promossa e organizzata da Piacere Modena in collaborazione con i Consorzi di cinque eccellenze del territorio conosciute e apprezzate in tutto il mondo come Aceto Balsamico di Modena Igp, Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, Parmigiano Reggiano Dop, Prosciutto di Modena Dop e i Lambruschi modenesi Doc e patrocinata da Comune e Provincia di Modena, Regione Emilia Romagna e Camera di commercio di Modena.

A portare le conclusioni dell'incontro l'assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Simona Caselli, la quale ha ribadito come "nella nostra regione e a Modena in particolare ci sia una visione dell'agricoltura e dei prodotti realizzati sul territorio, in cui siano contemplati non soltanto la presenza di una tradizione e una cultura da preservare, ma altresì una combinazione di tali fattori con l'innovazione, che ci permette di lavorare in armonia con l'ambiente e proporre i prodotti in modo nuovo, con l'aiuto di chef o semplicemente raccontando le storie dei produttori a tutti coloro che dall'Italia e dall'estero guardano con interesse alle nostre denominazioni".

"Un lavoro importante, che portiamo avanti insieme ai Consorzi, fondamentali perché a loro è demandato il compito di tutelare gli standard e vigilare la corretta applicazione dei disciplinari, ma è altrettanto importante il ruolo che essi svolgono nella promozione e nel favorire un approccio culturale al cibo in antitesi a quello più tecnocratico del mondo anglosassone", ha detto.

"Modena è esempio lampante dell'efficacia di fare sistema per difendere interessi comuni: qui da sempre in ambito agroalimentare convivono imprese di piccole medie e grandi dimensioni, e grazie altresì alla volontà di collaborare insieme cooperative e imprese private unite dall'obiettivo condiviso di far crescere il territorio, nel corso degli anni si è assistito ad una evoluzione inarrestabile della Food Valley modenese", ha sottolineato il presidente di Piacere Modena, Pierluigi Sciolette.

"La filiera agroalimentare - ha spiegato - è una delle principali attrattive del modenese con 10 Dop e 3 Igp che ne fanno una provincia unica al mondo per sapori, profumi e buona tavola. E per indotto economico: un miliardo e mezzo di euro il valore delle denominazioni modenesi, risultato di un patto tra persone e generazioni che si impegnano comunemente a codificare le caratteristiche dei prodotti da trasmettere alle generazioni future, con uno spirito competitivo foriero negli anni di una crescita importante in termini di qualità. Un valore che i Consorzi, rappresentativi in questo territorio dell'85-90% e oltre dei produttori totali delle denominazioni, si impegnano a difendere a tutti i livelli".

L'appello a una maggiore condivisione di strategie di marketing territoriale con la collaborazione di più realtà consortili rappresentative di eccellenze agroalimentari locali è stato raccolto ed è divenuto il fil rouge del talk show, condotto dal direttore del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena Igp, Federico Desimoni, il quale ha portato a focalizzare l'attenzione dei presenti soprattutto sulle fondamenta della realtà sostanziale e giuridica dei prodotti Dop e Igp, ovvero il fattore naturale e il fattore umano.

In particolare su quest'ultimo, vero e proprio artefice della costruzione della storia e delle tradizioni, del mantenimento del territorio e della preparazione dei cibi perché - come hanno poi sottolineato anche gli altri ospiti nei loro interventi - è importante salvaguardare il territorio e recuperare la memoria delle tradizioni così come è importante gustarsi le cose belle e buone della vita siano esse da mangiare o da contemplare.

A parlare del lato più 'edonistico' del cibo si sono dati appuntamento alcuni dei massimi esponenti del mondo della comunicazione del cibo e del territorio, sottolineando in un comune appello, quanto per promuovere un'area e le sue eccellenze sia necessario trovare il modo giusto di farlo. In particolare, il direttore di Qualivita nonché consigliere del ministro delle Politiche e consulente di Linea Verde Rai Uno, Mauro Rosati, ha stigmatizzato come nessuna promozione virtuale sui canali multimediali sia efficace ai fini della valorizzazione di un territorio quanto una esperienza diretta sul campo. E quanto l'appoggio del mondo consortile - e gli investimenti in manifestazioni di questo tipo - sia necessario perché ciò avvenga sistematicamente e non individualmente, portando vantaggio a tutto il tessuto economico locale.

Un altro elemento necessario per fare buona comunicazione in campo enogastronomico è stato citato da Davide Rampello, docente presso il Politecnico di Milano, curatore e direttore artistico nonché autore e conduttore della rubrica di 'Paese e Paesaggi' su Striscia la Notizia di Canale 5, che ha invitato a puntare sul fattore qualità, essendo l'Italia tutta, sotto ogni aspetto, un esempio di eccellenza per la qualità delle risorse agroalimentari disponibili e del modus operandi.

Qualità come quella che Modena ha saputo distribuire egregiamente anche in altre realtà, una tra tutti quella dei motori con Leo Turrini - giornalista e scrittore modenese esperto di storia della Ferrari intervenuto al talk show - che ha parlato di come l'unione a livello di immagine di eccellenze multisettoriali sia un importante 'brand' identificativo di un territorio a livello mondiale.

Riconduce invece la buona reputazione della produzione agroalimentare Made in Italy a un fattore più prettamente culturale e legato al recupero del valore delle filiere corte e di piccola scala, nonché alla sua sostenibilità ambientare e alla sicurezza alimentare, Marino Niola, ordinario di Antropologia culturale all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ponendo l'accento sul crescente ruolo strategico della Dieta Mediterranea nell'ordine mondiale del cibo e sul ruolo positivo che essa ha avuto nella consacrazione internazionale dell'agroalimentare italiano e con esso dei suoi territori e delle rispettive culture.

Oltre al presidente di Piacere Modena, Pierluigi Sciolette, e all'assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Simona Caselli, al talk show sono altresì intervenuti con un saluto istituzionale il sindaco di Modena e presidente della Provincia, Gian Carlo Muzzarelli, ed Emilio Barbieri, per Modena a Tavola.

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