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Enogastronomia: esce 'Il vino capovolto', libro su degustazione geosensoriale

17 luglio 2017 | 13.42
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Enogastronomia: esce 'Il vino capovolto', libro su degustazione geosensoriale

Arriva 'Il vino capovolto'. In libreria. Questo, infatti, il titolo di un agile volume, frutto di due firme autorevoli del settore, che si rivela fondamentale nella formazione culturale dell’addetto ai lavori e del semplice appassionato. Si parla non solo di una rivoluzione critica nel mondo del vino, un vero e proprio capovolgimento della visione, innescata da un risveglio di coscienza del terroir, ma anche di un percorso per comprendere meglio noi stessi attraverso l’educazione al gusto.

'Il vino capovolto' è un contenitore di due sezione distinte, precedute da una prefazione dell’attore, appassionato di vino Giuseppe Battiston, e un’introduzione di Sandro Sangiorgi, che spiega il senso del libro.

La prima parte è di Jacky Rigaux e s’intitola 'La degustazione geosensoriale', un metodo che aiuta a comprendere i vini di terroir, prodotti da vignaioli che praticano una viticoltura il più possibile vicina alla natura. Questo tipo di degustazione si contrappone all’analisi sensoriale, maggiormente diffusa e associata a una visione tecnica, enologica, centrata esclusivamente sul vitigno, estraniato dal contesto in cui nasce.

Per l’autore siamo di fronte a una guerra tra due visioni ben distinte, che possono riconciliarsi con un nuovo 'Rinascimento' affinché i vini di terroir abbiano un futuro e la degustazione resti il piacere di apprezzare il fascino della loro diversità. Nel testo c’è un chiaro omaggio alla Borgogna, dove Rigaux abita e dove si è affermata una visione fedele al territorio. Si esplora anche il linguaggio del vino, citando autori che, negli ultimi secoli, si sono dedicati all’argomento. Nei punti chiave del testo, tradotto per la prima volta in italiano, si trovano alcuni commenti scritti da Sangiorgi che chiariscono al lettore alcune peculiarità molto francesi.

La seconda parte è una raccolta di scritti dedicati al vino che Sandro Sangiorgi ha messo da parte negli ultimi sei anni, dopo l’uscita del 'L’invenzione della gioia', molti dei quali scaturiscono dall’attività di divulgazione dell’associazione 'Porthos racconta'.

Anche Sangiorgi parla dei vini naturali, dinamici, dotati di un’insuperabile originalità, e della necessità del cittadino consumatore di “riprendersi il ruolo di protagonista del mercato”. Il consumatore deve anche cambiare il suo sentire di fronte al bicchiere e considerare l’insieme delle sensazioni come un unicum: “Ecco perché l’assaggio di un vino può diventare un atto creativo, nel quale l’arte non è tanto l’elaborazione di una descrizione, quanto invece il farsi toccare in luoghi dell’animo di solito poco accessibili”.

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