cerca CERCA
Martedì 23 Aprile 2024
Aggiornato: 14:56
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Vino: la Doc Venezia si fa digital, itinerari alla scoperta dei vitigni in laguna

25 settembre 2017 | 17.08
LETTURA: 5 minuti

Vino: la Doc Venezia si fa digital, itinerari alla scoperta dei vitigni in laguna

La Doc Venezia si fa digital. E, nell'era del 4.0, farà conoscere ai 23 milioni di visitatori annui di Venezia il legame, sconosciuto ai più, della città lagunare più famosa al mondo con i luoghi del vino. Tre itinerari che porteranno il visitatore a scoprire calli, campi, vigneti sperimentali in broli di conventi o in isole lagunari ma soprattutto i luoghi dove degustare i vini della Doc Venezia. In occasione dell’evento aperto al pubblico #FeelVenice, che si è svolto sabato, al Convento dei Carmelitani Scalzi, a Venezia, e che ha visto la partecipazione di 350 enoappassionati da tutta la regione, è stato messo on line il portale www.docvenezia.it.

Un progetto, quello della Doc Venezia, nato nel 2011 e che in 6 anni ha conquistato un posto importante nel mercato, come spiega il presidente del Consorzio Vini Venezia, Giorgio Piazza: "L'idea nasce dalla volontà ferrea dei produttori delle antiche denominazioni del territorio di renderle più appetibili al mercato creando una nuova denominazione e trasferendo nella Doc Venezia tutti i vitigni internazionali, dal Pinot Grigio al Merlot. Il nuovo Consorzio Vini Venezia ha così al suo interno 5 denominazioni".

"Un'opportunità di mercato maggiore, quindi, avendo un nome molto potente - sottolinea - dal punto di vista evocativo, che è quello di Venezia, per i vitigni commerciali, i vitigni autoctoni rimasti dentro alle due Doc storiche e in più le due Docg che portano al vertice della piramide qualitativa del nostro territorio con la valorizzazione del nome Lison classico il Tocai e con il nome Malanotte del Piave la vinificazione più pregiata del vino Raboso. La nostra Doc, partita un po' in sordina, è arrivata, in poco più di sei anni, ad essere la quinta Doc del Veneto, con oltre 330mila quintali di uva: una crescita importante che ci ha permesso di riposizionare questo territorio con una presenza fondamentale sul mercato".

Sono tre i percorsi enoturistici che hanno come fil rouge il vino. Il primo tour, 'Wine Tour Venezia - Le vie del vin e de altre merci presiose', rappresenta il cuore del progetto e ripercorre infatti le vie dei mercanti veneziani, in un itinerario che fa rivivere le vie del commercio e delle merci preziose dell’epoca, spizzicando qua e là vini e cicchetti.

Il secondo, 'Wine Tour Venezia - Culture e tratte d’oriente', nasce per far scoprire l’importanza dei traffici con il Medio Oriente e l’influenza delle loro culture nella città veneta, che si ritrovano oggi in particolare nei prodotti entrati nella nostra cultura culinaria. 'Wine Tour Venezia - De arti, de Vin e altre meravegie' è pensato per gli amanti dell’arte, un percorso nel distretto artistico per eccellenza, tra le 'meravegie' (meraviglie) del passato e della modernità, trovando ristoro in storiche enoteche e osterie.

Non solo aneddoti storici, ricette, eventi e vini, ma anche un invito a scoprire i due vigneti sperimentali gestiti dal Consorzio Vini Venezia che prendono vita proprio all’interno della città lagunare. Difficile immaginare un vigneto a Venezia ma non impossibile: con questo spirito il Consorzio Vini Venezia dal 2010 ha seguito i due vigneti, il primo nel brolo del Convento dei Carmelitani Scalzi e il secondo nell’isola di Torcello.

I due vigneti nascono da una serie di studi condotti assieme all'esperto Attilio Scienza, all’Università di Padova e di Milano, e al Cra-Vit di Conegliano, per cercare di recuperare tutte le varietà vitivinicole presenti in broli, giardini pubblici e privati e dei Conventi, grandi detentori di questi 'tesori' varietali. Il risultato è la creazione di una vera e propria 'banca genetica' lagunare.

"E' un progetto partito nel 2010: abbiamo esplorato, mappato e controllato tutte le viti che erano presenti a Venezia, nella città lagunare; abbiamo analizzato 130 Dna per andare a verificare vitigni che avevamo difficoltà a capire cosa fossero; li abbiamo recuperati e abbiamo fatto due vigneti, uno nel Convento dei Carmelitani Scalzi a Venezia e l'altro a Torcello, luogo dove c'è stata la presenza più importante della viticoltura in laguna", afferma Carlo Favero, direttore del Consorzio Vini Venezia.

"Questo recupero di quella che potremmo chiamare 'archeologia vitivinicola' - prosegue - si è reso necessario per riscoprire e soprattutto per ribadire la nostra identità viticola, per recuperare la biodiversità. Venezia è una città di mare, di commerci, qui sono arrivati tantissimi vitigni: noi abbiamo cercato di metterli insieme e vedere se anche dal punto di vista organolettico possono ancora manifestare delle opportunità non solo di mercato ma anche di cultura e di identità storica. Abbiamo fatto delle prime microvinificazioni l'anno scorso e stiamo preparando i primi due vini, uno bianco e uno rosso, che conteranno tutti questi vitigni". I due vigneti sono visitabili su prenotazione durante l’anno per riscoprire questo legame che la città di Venezia ha da sempre con il vino.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza