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Lavoro: Regioni, ammortizzatori sociali nostro impegno istituzionale

23 giugno 2016 | 18.47
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Lucia Valente coordinatore vicario commissione Istruzione e Lavoro della Conferenza delle Regioni
Lucia Valente coordinatore vicario commissione Istruzione e Lavoro della Conferenza delle Regioni

Gli ammortizzatori sociali in deroga hanno rappresentato un forte impegno istituzionale delle Regioni, quindi lavoriamo con il Governo alla soluzione dei problemi derivanti dal cambio della normativa con grande senso di responsabilità”. Lo ha dichiarato Lucia Valente (assessore della regione Lazio) coordinatore vicario della commissione Istruzione e Lavoro della Conferenza delle Regioni in un’audizione della Conferenza delle Regioni presso la commissione Lavoro della Camera in merito all’andamento dell’utilizzo a livello territoriale degli ammortizzatori, con particolare riferimento a quelli in deroga alla normativa vigente, anche in vista del loro superamento.

“E’ stata ridotta la durata massima delle prestazioni – ha spiegato Valente - ed è stata istituita una nuova disciplina delle causali per la concessione del trattamento di integrazione salariale in deroga. Si ricorda inoltre che prima i criteri di concessione erano stati disciplinati da ciascuna regione in virtù di appositi accordi sottoscritti con le parti sociali. La nuova normativa ha prodotto una diminuzione delle domande e quindi della spesa. Nel frattempo è intervenuto il Jobs Act che ha riscritto la disciplina degli ammortizzatori sociali".

"In questo rinnovato contesto normativo -commenta- le Regioni si trovano a dover dare risposte alle centinaia di migliaia di lavoratori che hanno terminato o che stanno per terminare ogni forma di ammortizzatore sociale e che non hanno alcuna opportunità di essere rioccupati nel breve periodo. Da una prima stima effettuata, emerge che l’ulteriore fabbisogno di risorse necessario per soddisfare le competenze 2016, è di circa 140 milioni di euro. Nel 2016 i finanziamenti per gli ammortizzatori sociali in deroga ammontano a 650 milioni di euro. Le Regioni ritengono che le residue risorse (pari a circa 300 milioni di euro) debbano essere redistribuite alle regioni per finanziare politiche attive del lavoro per favorire il reinserimento dei lavoratori".

In particolare, "si chiede che le risorse possano essere utilizzate per i seguenti interventi: rafforzare lo strumento dell'ASDI; finanziare lavori di pubblica utilità sulla base di quanto previsto dall’art. 26 del dlgs 150/15; finanziare l'indennità di partecipazione alle misure di politica attiva programmate dalle Regioni". "Altrimenti -sottolinea- le Regioni ritengono necessario utilizzare i 300 milioni residui del 2016 per finanziare un incremento della quota del 5% prevista già in deroga al D.I. dell’agosto 2014 e ribadito nella legge di stabilità per il 2016".

"Le richieste della Conferenza delle Regioni -evidenzia Valente- si giustificano in relazione ai ritardi delle misure nazionali previste. Siamo ancora in prima linea nel dare le risposte a tutti quei lavoratori che hanno diritto a essere tutelati con politiche attive”.

La regione Veneto ha espresso considerazioni positive al superamento della mobilità in deroga e ritiene, invece, opportuno dare continuità all’istituto della cassa integrazione in deroga, visto il permanere della crisi economica delle piccole imprese. La regione Puglia ha consegnato ulteriori precisazioni sull’utilizzo delle risorse disponibili, con particolare riferimento all’incremento della quota del 5%.

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