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Lavoro: Randstad, 20 anni di legge Treu che introdusse interinale

02 novembre 2017 | 14.25
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Lavoro: Randstad, 20 anni di legge Treu che introdusse interinale

"Vent'anni di legge Treu, quasi vent'anni di Randstad in Italia. Un percorso che, dall’approvazione della legge n.196/97 che istituisce le 'agenzie interinali' alle attuali agenzie per il lavoro (passando per la riforma Biagi e il Jobs Act), ha liberalizzato il mercato del lavoro italiano, rendendolo più qualificato e trasparente". Così Randstad celebra il ventennale della legge che introdusse il lavoro interinale.

"Un percorso che ha portato Randstad - sottolinea - a diventare il secondo operatore italiano, una realtà da 300 filiali e oltre 2.000 dipendenti con un fatturato di 1,2 miliardi di euro nel 2016 che oggi offre opportunità di lavoro a una media di 45.000 lavoratori al mese, sia a tempo determinato che a tempo indeterminato, formando mediamente 30.000 persone l’anno, di cui oltre il 50% inserite all’interno di un contesto lavorativo".

Nel 1997 viene approvato il cosiddetto 'pacchetto Treu' - la legge che introduce il lavoro temporaneo, interinale o in affitto insieme ad altre misure per combattere la disoccupazione - dal nome dell'allora ministro del Lavoro, Tiziano Treu, che la ricorda oggi come “una scelta felice, cresciuta oltre le aspettative”. “Con la legge 196/97 - commenta l'ex ministro - abbiamo rotto gli schemi su più fronti. Da un lato, abbiamo decentrato e liberalizzato il collocamento, dall’altro abbiamo legittimato l’intermediazione tramite le agenzie per il lavoro. C’è stata la volontà di attuare riforme necessarie”.

L’attuazione completa della direttiva europea sulla somministrazione di lavoro allora portò l'Italia a una regolamentazione della somministrazione più moderna rispetto ad altre realtà europee: ”In quel periodo - ricorda Treu - abbiamo avuto modo di osservare e studiare diverse esperienze europee, cercando di recepirne gli aspetti più convenienti e moderni. Successivamente, da un punto di vista normativo c’è stato un progressivo allargamento delle maglie e la legge 276/2003, la cosiddetta legge Biagi, ha fatto importanti passi avanti". "Inoltre, i compiti delle agenzie per il lavoro - aggiunge - si sono notevolmente ampliati. Ormai, con il Jobs Act, le agenzie per il lavoro sono diventate operatori del mercato del lavoro a pieno titolo nella rete dei servizi, superando quello che è stato per lungo tempo un tabù, ossia la parificazione privato-pubblico”.

La storia di Randstad in Italia inizia nel 1999. Nel 2002 vengono lanciati Inhouse Services e Randstad Training; nel 2003, l'anno della legge Biagi, nasce il servizio permanent placement; nel 2008 le prime specialties e Full Hr Services; nel 2011 la divisione Randstad Professionals, nel 2012 il servizio Outplacement. Nel 2015, quando il Jobs Act modifica la normativa sulle nuove assunzioni, viene lanciata Randstad Services, la divisione per la gestione delle attività in outsourcing. Nel 2016, con l'acquisizione di Obiettivo Lavoro, Randstad diventa il secondo operatore del mercato italiano.

"Randstad oggi - sottolinea la nota - è un'una realtà in forte espansione (+300% la crescita di fatturato rispetto al 2000), la prima agenzia per il lavoro ad avere ottenuto in Italia le certificazioni SA8000 (Social Accountability 8000) e Gees (Gender Equality European Standard) in materia di pari opportunità, un'agenzia per il lavoro in grado di servire servizi a 360 gradi per candidati e aziende".

“La legge Treu diede la possibilità al Gruppo Randstad di aprire il mercato del lavoro interinale anche in Italia; io ebbi la fortuna di seguire la start up e oggi il privilegio di vedere quanta strada è stata fatta da Randstad e dal settore per migliorare il funzionamento del mercato del lavoro italiano: basti pensare che circa 8 milioni di persone hanno avuto almeno una occasione di lavoro grazie alla somministrazione dal 1997 ad oggi", commenta Marco Ceresa, amministratore delegato di Randstad Italia.

"Randstad - spiega - contribuisce con una media di 45.000 lavoratori al mese, sia a tempo determinato sia a tempo indeterminato, nonché formando mediamente 30.000 persone all'anno (considerati gli ultimi due anni), delle quali oltre il 50% viene inserita all'interno di un contesto lavorativo”.

“Ma la maggior soddisfazione in questi anni - prosegue Marco Ceresa - è stata l'aver visto persone arrivare in filiale in cerca di un lavoro e poi negli anni riuscire a costruirsi una vita, comprare casa, avere figli e in alcuni casi anche avere crescite professionali importanti. La grande sfida che ci attende nel prossimo futuro riguarda le politiche attive del lavoro: la riqualificazione e il reinserimento lavorativo delle persone che vengono espulse dal mercato perché con competenze non più attuali rispetto a un contesto sempre più in rapida evoluzione".

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