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Flessibilità e contrattazione al centro del Forum 'TuttoLavoro'

28 novembre 2018 | 16.58
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Flessibilità, contratti di lavoro, tecnologia: il mondo del lavoro sta subendo numerosi cambiamenti dovuti alla continua evoluzione sia della situazione economica che del quadro normativo. Un ruolo centrale in questo contesto è demandato alla contrattazione collettiva, con il compito di attivare le parti sociali perché possano concordare le regole da applicare ai rapporti di lavoro presenti in azienda. Questo il tema al centro del V Forum TuttoLavoro, 'L’evoluzione del lavoro oggi tra flessibilità e precariato', organizzato da Wolters Kluwer in collaborazione con Fonarcom e Dottrina per il Lavoro, in corso oggi a Roma.

"Il mondo del lavoro si modifica in modo molto veloce toccando tutti gli aspetti della vita dei professionisti delle risorse umane e della gestione aziendale", ha sottolineato in apertura dei lavori Andrea Salmaso, managing director publishing fisco lavoro di Wolters Kluwer.

"Siamo convinti - ha aggiunto - che eventi di formazione e approfondimento come questo Forum siano un canale indispensabile per l’aggiornamento e il confronto dei professionisti, per questo la nostra mission è offrire loro tutti gli strumenti per affrontare le nuove sfide normative".

Andrea Cafà, presidente Fonarcom, è intervenuto sul ruolo della formazione nelle politiche attive del lavoro: "I Fondi interprofessionali, grazie al radicamento territoriale delle loro parti sociali, assumono un ruolo sempre più centrale nella crescita del lavoratore e dell’impresa".

"È inimmaginabile, in questo nuovo millennio, pensare - ha rimarcato - a un mondo delle imprese lontano da quello dell’istruzione. Questa è la sfida che ci attende: fare rete, per cogliere insieme le nuove opportunità del mercato del lavoro. Così come la bilateralità nella formazione continua ha portato crescita nell’impresa, ora c’è bisogno di una bilateralità forte per un nuovo modello di contrattazione collettiva".

Parlando di rapporti di lavoro, non può mancare il punto sul 'decreto Dignità'. Roberto Camera, funzionario dell’Ispettorato del Lavoro e curatore del sito dottrinalavoro.it, nel suo intervento ha evidenziato che "con il 'decreto Dignità' il legislatore ha inasprito le regole per l’utilizzo delle due tipologie contrattuali più utilizzate in Italia: il contratto a tempo determinato e la somministrazione a termine". "Detta operazione - ha sottolineato - è stata predisposta per ridurre il precariato e per aumentare i contratti a tempo indeterminato".

"A due mesi dalla vigenza della norma, i risultati - ha aggiunto - sono stati alquanto deludenti e hanno portato esclusivamente alla riduzione dei contratti flessibili senza alcun incremento dei contratti stabili. Le aziende hanno bisogno di flessibilità e di certezza nelle regole; regole che devono sedimentarsi per poter essere applicate correttamente. In definitiva, ritengo che per stabilizzare i rapporti di lavoro bisogna prima stabilizzare la normativa, in modo che sia semplice e chiara nella sua applicazione".

Il dibattito è proseguito con l’intervento di Laura Romeo, presidente sezione lavoro del Tribunale di Messina, che ha messo in luce come "il dl 87/2018, noto come 'decreto Dignità', convertito con modificazioni nella legge 96/2018, ha introdotto una serie di limiti alla costituzione e gestione dei rapporti di lavoro in somministrazione di lavoro a tempo determinato estendendo, sia pure con i necessari adattamenti, la nuova disciplina dei contratti a termine a questa tipologia contrattuale, che è così divenuta meno flessibile e, al contempo, più onerosa e rischiosa per l’azienda".

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