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Fonarcom: "Reddito cittadinanza rischia di essere solo sussidio"

28 novembre 2018 | 16.58
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"Il reddito di cittadinanza oggi, così com'è, rischia di essere un sussidio e in alcune parti del Paese potrebbe incentivare i percettori a non cercare un nuovo lavoro. Io credo che coloro che hanno bisogno di essere aiutati, gli aventi diritto, devono essere aiutati e la proposta la condividiamo. Noi crediamo, però, che sia anche opportuno di dare la possibilità agli aventi diritto di entrare in un percorso di politica attiva". Così dal palco del Forum TuttoLavoro, organizzato da Wolters Kluwer in collaborazione con Fonarcom e Dottrina per il Lavoro, in corso oggi a Roma, il presidente di Fonarcom, Andrea Cafà.

"Io penso un po' alla proposta del 'Centro studi Incontra' - spiega Cafà - in cui il cittadino viene preso in carico da un'azienda, per un periodo variabile tra i 6 e i 12 mesi. L'azienda potrebbe contribuire, oltre che per la formazione, anche per il pagamento del reddito di cittadinanza nella misura magari del 50%". Secondo Cafà, "avremmo diversi risultati con una politica attiva di questo tipo". "Uno: il percettore del reddito di cittadinanza - elenca - avrebbe un'opportunità per mettersi in gioco e a fine periodo di formazione in azienda potrebbe anche restarci con un'assunzione, magari agevolata, per l'imprenditore che la effettua. E poi le aziende socialmente responsabili potrebbero contribuire a pagare una parte di questo reddito di cittadinanza. E se le aziende contribuissero almeno per il 50% potremmo andare a raddoppiare il budget a disposizione per la misura, potendo così aiutare più persone".

In conclusione, per Cafà, si deve "andare verso un nuovo 'Patto sociale' in cui tutti insieme Stato, cittadini e imprese provano ad andare avanti come hanno sempre fatto".

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