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Pensioni: dirigenti, no ad annunci che destabilizzano

03 dicembre 2015 | 15.12
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Stefano Cuzzilla, presidente Federmanager
Stefano Cuzzilla, presidente Federmanager

"Siamo stanchi di dichiarazioni che destabilizzano l'intera categoria e che mettono contro chi è già in pensione e chi ancora non lo è. Da sempre facciamo solidarietà nella categoria con Assidai e con gli altri istituti di welfare. Siamo una categoria che è la spina dorsale del Paese, abbiamo scelto di fare bene questo mestiere e metterci tutto l'impegno possibile. E la chiave per crescere non è la divisione sulle pensioni, ma pensare a come far crescere l'occupazione". E' duro Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager, che rappresenta i manager delle aziende produttrici di beni e servizi, nel corso di un appuntamento organizzato dalla Federazione, contro gli ultimi interventi del presidente dell'Inps, Tito Boeri, in materia di pensioni.

E anche per Giorgio Ambrogioni, presidente della Cida, l'organizzazione sindacale che rappresenta la dirigenza e le alte professionalità di tutti i settori socio-produttivi, pubblici e privati, "dà fastidio questa idea di contrapposizione che Boeri sta instillando tra giovani e meno giovani".

"Noi siamo qui per dire basta a Boeri - ha avvertito - con questa politica divisiva di cui il Paese non ha assolutamente bisogno. Il disegno dei Boeri è inattuabile e inapplicabile e fa piacere sentire il ministro delle Riforme Boschi dire basta alla politica divisiva e che non rispetta la certezza del diritto. Noi siamo invece favorevoli -ha aggiunto- alla staffetta intergenerazionale e alla flessibilità pensionistica".

In particolare, per Mario Cardoni, direttore di Federmanager, "è necessario dire basta a delle ipotesi di ricalcolo delle pensioni col sistema contributivo, perchè l'Inps non ha dati e quindi questa è un'ipotesi non applicabile e che crea solo confusione".

"E c'è da dire - ha proseguito - che tutto ciò che racconta Boeri non c'entra nulla con l'equità generazionale. E poi, a nostro parere, è necessario fare chiarezza tra previdenza e assistenza. C'è un'area oscura tra i conti dell'assistenza, e qualcosa non torna".

E all'appuntamento dei dirigenti ha preso parte anche il deputato Giacomo Antonio Portas (Pd), presidente della commissione parlamentare di vigilanza sull'Anagrafe tributaria. "Boeri -ha detto- non è il 'ministro delle pensioni', faccia il tecnico. Lui deve organizzare un'istituzione importante come l'Inps. L'istituto spende 360 milioni in attività informatica, una cifra spropositata per un ente che non deve fare sviluppo di software".

"Il consiglio che do a Boeri -ha aggiunto Portas- è di lasciare la parte politica a Poletti. E sull'attacco alle pensioni d'oro posso dire che chi guadagna 1.800-2.000 euro di pensione è in questo momento il vero welfare del Paese".

"Proprio adesso che si parla di possibile aumento dei consumi spaventare le persone non va assolutamente bene. Si occupi di gestire bene l'Inps e di riuscire a raggiungere qualche risparmio dal punto di vista informatico", ha rimarcato.

All'evento ha preso parte anche il deputato Antonio Boccuzzi (Pd), componente della commissione Lavoro della Camera. "Quello della contrapposizione tra generazioni -ha sottolineato- è il metodo migliore per non far nulla. E sui tagli alle cosiddette pensioni d'oro mi sembra che abbiamo già dato. Ricordo che la riforma Fornero prevede risparmi per 80 miliardi di euro fino al 2020. L'Inps è lo strumento che dovrebbe fornirti dati per fare le riforme, e non altro".

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