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Pensioni: Ambrogioni (Cida), interventi di solidarietà siano 'eccezionali'

06 luglio 2016 | 15.43
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Giorgio Ambrogioni, presidente della Cida
Giorgio Ambrogioni, presidente della Cida

"Non siamo stati sorpresi più di tanto dalla sentenza della Corte Costituzionale, tant'è che non eravamo nemmeno tra i promotori del ricorso. Pensiamo che se stiamo nei termini della 'ragionevolezza, temporaneità ed eccezionalità' (le tre parole usate dalla Corte) del provvedimento, non ci sottraiamo a forme di solidarietà nel sistema pensionistico". Così con Labitalia Giorgio Ambrogioni, presidente della Cida, la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato, sulla sentenza della Consulta sulle cosiddette 'pensioni d'oro'.

"Quello che ora auspichiamo -prosegue Ambrogioni- è che il governo nella prossima legge di stabilità non riproponga una misura simile, rendendola di fatto strutturale e andando contro alle parole della Corte".

"Rappresentiamo -sottolinea il presidente della Cida- una parte della classe dirigente del Paese che fa della responsabilità sociale il proprio modus vivendi. E se rimane, come rimane, un problema di mutualità verso le giovani generazioni, la classe dirigente che Cida rappresenta non si tira indietro a un ulteriore sforzo di buona volontà, ma ad alcune condizioni", avverte Ambrogioni.

Intanto, spiega il presidente della Cida, "bisogna che cessi immediatamente questa gogna mediatica per cui una pensione medio-alta è automaticamente una pensione d'oro". Ma poi bisogna dire stop agli "ipotizzati ricalcoli contributivi" e infine, "occorre tenere conto -avvisa Ambrogioni- che i dirigenti e i professionisti che Cida rappresenta, pur essendo solo lo 0,6% del totale dei contribuenti Irpef, contribuiscono al totale del gettito complessivo nella misura di oltre l'11% del totale".

Questo per sottolineare, dice il presidente, "che siamo una categoria che da già molto alla fiscalità generale, alla solidarietà del Paese e che mai come in questo momento si sta impegnando nelle aziende dove opera per creare crescita e opportunità occupazionali per i giovani".

"Non ci tiriamo indietro -ribadisce Ambrogioni- ma chiediamo al governo di aprire con noi un confronto serio e a tutto tondo su questi temi, a partire dal fisco".

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